I collaboratori più stretti e soprattutto lei, Chiara Ferragni, hanno sperato sino all’ultimo che il danno economico – più che di immagine – del “pandoro gate” e di altre iniziative legate alla beneficenza non fosse ingente. E invece non è così. Il Messaggero ha rivelato una cifra esatta: sei milioni di euro. Tanti soldi, tantissimi che l’imprenditrice digitale, nell’occhio del ciclone mediatico e giudiziario nei mesi scorsi, dovrà recuperare per sostenere la sua società Fenice srl. L’unica strada possibile che si prospetta è allargare a nuovi soci per avere la liquidità immediata, anche perché bisogna pensare anche ai 30 dipendenti della società.
La situazione è molto difficile anche perché gli sponsor via via si sono sottratti (da Coca Cola a Safilo) e le sponsorizzazioni su Instagram ormai latitano. Sempre secondo il quotidiano di Roma, i consulenti della Ferragni non le hanno prospettato un futuro roseo dal momento che potrebbero arrivare perdite ulteriori fino a tre milioni di euro nei prossimi tre anni.
Nel frattempo l’imprenditrice cerca di lavorare sulla sua immagine, rompendo il silenzio social dopo la separazione da Fedez. Gli scatti veneziani l’hanno ritratta in versione supersexy. Ma c’è un retroscena che viene svelato da Selvaggia Lucarelli nel suo nuovo libro “Il vaso di Pandoro” (ed. Paperfirst), dal 14 maggio in libreria.
“Ad aprile, dopo quattro mesi dal Pandoro Gate, telefona a una delle più ricercate stylist del momento: Ramona Tabita – scrive la Lucarelli nell’estratto pubblicato da Dagospia – Parliamo di colei che ha vestito Ghali a Sanremo 2024 e che ha creato i primi look sensuali di Elodie. Insomma, la fashion blogger che ha costruito un impero sui suoi outfit chiede a una stylist di aiutarla a creare i suoi outfit e, presumibilmente, ad allacciare e riallacciare rapporti con i brand che fino a pochi mesi fa sgomitavano per vedere i loro abiti addosso a lei. E che ora – ironia della sorte – hanno perfino paura di un suo tag”.
Si apre la trattativa: “Tabita chiede due cose: moltissimi soldi e il silenzio (almeno iniziale) sulla collaborazione, anche perché è famosa per essere molto selettiva e questa scelta potrebbe risultare scivolosa. I primi risultati della consulenza si vedono a Venezia, dove Ferragni presenzia a una mostra e si fa immortalare con abiti sexy e scintillanti di stilisti poco noti, gli unici forse disposti a rischiare shitstorm e polemiche. Non è un passaggio trascurabile: dopo aver scoperto che non era la più grande imprenditrice digitale del Paese, ora scopriamo che la più nota fashion blogger del Paese chiede aiuto a qualcuno pure per vestirsi”.
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