I due, Abdelwahab Kamel detto “Tito” e Abdelghani Aly detto “Bob”, davanti al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di convalida del fermo.
Questo potrebbe spingere gli inquirenti a rivedere l’imputazione trasformandola in omicidio premeditato.
Ad aiutare gli inquirenti le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza a Sestri Ponente che hanno ripreso Tito e Bob in due distinti momenti vicino ad un negozio cinese di Sestri.
Nel secondo filmato si nota un sacchetto contente un oggetto contundente che non era presente nelle prime immagini.
Poco prima proprio dallo stesso negozio risulta emesso, dal registro della cassa, uno scontrino per l’acquisto di un coltello e di una mannaia.
Il sostituto procuratore Daniela Pischetola ha contestato per questo oggi ai due uomini il probabile acquisto di armi, accusa che ha portato “Tito” e “Bob” ad avvalersi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di convalida del fermo avvenuto nel carcere di Marassi.
da parte dei carabinieri del nucleo subacquei che la stavano cercando lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce dell’Entella dove “Bob” ha detto che sarebbe stata gettata.
A Chiavari è stata riaperta la barberia di corso Dante che era gestita da Tito: al lavoro ci sono altri egiziani.
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