“Si concede il diritto a dei potenziali untori di infettare pazienti ospedalizzati, dunque fragili per definizione. In qualità di medico chirurgo non posso accettare che la mia professione, e la salute di tantissimi pazienti, sia messa in mano a cinquemila potenziali untori. Per questo motivo non mi resta, come atto di protesta civile, che rassegnare le mie dimissioni dal Ssn”.
Detto, fatto.
“Signor ministro della sanità, collega Schillaci, leggo che hai oltre 350 pubblicazioni scientifiche al tuo attivo, immagino tutte su riviste indicizzate, devo quindi dedurre che tu credi nella scienza, nelle metanalisi, negli studi indipendenti. Posto il mio badge, che per molti anni mi ha consentito di entrare a far parte di una comunità scientifica di eccellenza. In questa grande famiglia di medici e infermieri, ogni azione ha cercato di seguire i protocolli scientifici accreditati – sottolinea il chirurgo – Non c’è mai stato posto per atti di pirateria medica, di pressappochismo, di pozioni magiche per curare i nostri pazienti”.
“Spero, signor ministro, che la tua carriera di medico prosegua nel più brillante dei modi, ma tu, soprattutto tu, hai minato gravemente la credibilità del nostro Sistema sanitario nazionale e della nostra categoria”, chiosa Carrozza, che è anche un medico di guerra, invitando Schillaci a un “ravvedimento” per non rendersi “complice di questo atto inqualificabile e pericoloso”.
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