Dopo lo scandalo delle chat con foto e video hot di ragazzine in un gruppo sportivo in Veneto, emerge un’altra brutta storia di violenze e molestie che si sarebbero verificate nella scuola di medicina legale di Torino. Sarebbero 11 le studentesse di medicina vittime di molestie, individuate come parte offesa dalla Procura di Torino durante il procedimento penale che vede coinvolto, come raccontato da Repubblica, l’ex direttore della scuola di specialità di medicina legale di Torino Giancarlo Di Vella.
La scuola è stata chiusa lo scorso settembre e l’ex direttore è indagato con le accuse di violenza sessuale, molestie e stalking. Attualmente l’ex direttore si trova agli arresto domiciliari e tocca al tribunale del Riesame esprimersi sulla richiesta della revoca della misura cautelare.
Almeno 5 delle 11 studentesse chiamate in causa avrebbero subito violenza sessuale. Nessuna ha voluto querelare l’insegnante ma, secondo gli inquirenti, questa scelta è dipesa dal fatto che il docente ricopriva tra il 2018 e il 2022 una posizione di rilievo. In pratica le studentesse temevano che Di Vella avrebbe potuto ostacolare il loro percorso professionale.
Come ha riportato Repubblica Di Vella, oltre a ricoprire il ruolo di direttore della scuola di specialità di medicina legale, era anche docente e direttore della struttura complessa di medicina legale di Città della Salute e, ad oggi, è stato sospeso da tutte le cariche.
Il docente ha respinto tutte le accuse ritenendosi “una persona espansiva”, negando però di aver commesso quei reati e affermando che i suoi gesti sono stati fraintesi.
Dopo un’inchiesta durata 3 anni, sulla base degli elementi raccolti dalla pm Rizzo, la Procura non ha creduto alla tesi del docente. Tra le prove ci sarebbero intercettazioni, osservazioni e numerose audizioni delle vittime e degli specializzandi che avrebbero confermato le testimonianze delle ragazze. Cinque allieve in particolare sarebbero state costrette a subire atti sessuali tramite “l’abuso di autorità”.
Le ragazze hanno preferito restare anonime, con l’unico desiderio di dimenticare questa brutta storia, ma il gip ha ritenuto attendibili le loro testimonianze. La prima dottoressa ascoltata ha detto di essere “stata spinta contro un armadio, afferrata e quasi baciata sulla bocca”.
Un’altra specializzanda, durante un’autopsia, ha rivelato che il docente si è avvicinato a lei di spalle e, con la scusa di legarle il camice, le avrebbero toccato il seno. In un’altra occasione, sempre durante l’autopsia, il docente avrebbe fatto avvicinare una dottoressa al tavolo per poi toccarle i glutei. Un’altra ancora ha rivelato di essere stata toccata dall’uomo sulla coscia.
Inoltre, secondo la Procura, ci sarebbero anche prove scritte delle molestie sui cellulari delle dottoressa, in particolare nelle chat dove l’uomo avrebbe scritto battute a sfondo sessuale e apprezzamenti pesanti.
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