Pubblicato il 14 Ottobre 2022
Per anni ha simulato una finta cecità e invalidità, frutto di una presunta patologia psichiatrica che lo avrebbe costretto su una sedia a rotelle durante la sua permanenza nel carcere delle Sughere a Livorno.
E così a distanza di anni è riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari, ma in pochi giorni ha “vanificato” la messinscena durata così a lungo poiché è stato sorpreso in un ristorante mentre svolgeva le più normali attività in totale autonomia, come camminare o leggere il menu.
Cieco e paralitico, un piano durato anni
Il protagonista di questa vicenda è un 40enne di Monza, finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere relativa a reati di droga e addirittura di aver ucciso una prostituta nigeriana.
Per anni interi ha simulato i sintomi di una presunta patologia psichiatrica, che avrebbe comportato prima la cecità e poi la paralisi degli arti inferiori, tant’è che era costretto a muoversi sempre con una guida.
Il giudice di sorveglianza però ha sempre pensato che sotto sotto ci fosse una truffa e infatti il 40enne, appena uscito dall’istituto penitenziario e posto agli arresti domiciliari, ha ben pensato di recarsi in un ristorante di Livorno, dove le telecamere lo hanno smascherato.
Come segnalato dall’emittente ligure Primocanale, un agente penitenziario lo ha sorpreso mentre leggeva il menu del ristorante e si aggirava autonomamente nel locale senza alcun problema.
C’è quindi stata l’immediata segnalazione al tribunale di sorveglianza di Firenze che ha convocato un’udienza, durante la quale alla presenza del detenuto e dei legali sono state proiettate le immagini che lo ritraevano spostarsi in totale autonomia.
L’uomo non era affatto cieco e poteva camminare benissimo e per lui, inevitabilmente, si sono spalancate nuovamente le porte del carcere.