Così il presidente dell’Ucraina.
“Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile”, secondo il presidente cinese che, nella sua prima telefonata dallo scoppio della crisi ucraina con Zelensky ha voluto sottolineare che “non ci sono vincitori in una guerra nucleare”.
Nell’affrontare la questione nucleare, “tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”, ha aggiunto Xi, nel resoconto del network statale Cctv.
Intanto, a Roma si è tenuta la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina. Una rinascita che il governo punta a far passare anche dall’Italia, che vuole giocare un ruolo da protagonista in questa sfida, pianificando una strategia prima che il conflitto finisca.
La regia è politica al più alto livello: a fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba tra gli altri.
“Parlare della ricostruzione dell’Ucraina – dice Giorgia Meloni – significa scommettere sulla vittoria e la fine del conflitto, e sono sicura che il futuro dell’Ucraina sarà di pace, benessere e sempre più europeo. L’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi a sostegno dell’Ucraina sul piano politico, militare, umanitario e anche della ricostruzione per alcune infrastrutture strategiche nelle aree liberate e sprattiutto per domani. Il futuro dell’Ucraina deve essere di sempre maggiore capacità di inserirsi nelle dinamiche e nelle istituzioni europee. Il modo più intelligente di ringraziare gli ucraini di quello che stanno facendo è accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europee. Bisogna riconoscere gli sforzi enormi di Kiev, anche durante la guerra, per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. E’ fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Ue. Investire sulla ricostruzione dell’Ucraina non è azzardato ma uno degli investimenti più oculati e lungimiranti che si possono fare in questo tempo. Noi continueremo a fare la nostra parte, non solo a livello bilaterale ma anche multilaterale, tra l’altro ricordavo che il prossimo anno, nel 2024 l’Italia sarà anche presidente di turno del G7, per cui per noi un ruolo sempre più centrale. E intendiamo utilizzarlo per sostenere questa causa, che è una causa di libertà, non solo per gli ucraini ma anche per noi. Continueremo a fornire tutto il sostegno necessario, anche al piano di pace in 10 punti che è stato presentato dal presidente Zelensky: crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica di questo conflitto, a patto che, come abbiamo detto tante volte, non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere una resa dell’Ucraina, di un Paese aggredito. Non sarebbe giusto e costruirebbe un mondo in cui il diritto del più forte vince sulla forza del diritto, un mondo che non conviene a nessuno. E’ nostro compito aiutare l’Ucraina – ha proseguito Meloni – a scrivere il nuovo capitolo della sua storia, e l’Italia ha le carte in regola per essere protagonista, non solo per la determinazione, la credibilità con cui ha fatto le sue scelte e senza mai tentennare, ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista di tutte le grandi scelte di questi anni e perché si candida a ospitare nel 2025 la Ukraine Recovery Conference, una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno”.
In videocollegamento con la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina , Zelensky ha ricordato che “siamo tutti insieme nel nostro desiderio di libertà, di sicurezza, e benessere per i nostri genitori, i nostri figli, le nostre città. Di questo vi propongo di parlare”, di cosa fare cioè per “dare più libertà e sicurezza ai nostri bambini e le nostre città”. Esprimendo un ringraziamento all’Italia e alla premier Giorgia Meloni per il sostegno. “Cara Italia. Grazie per aver organizzato questa conferenza per sostenere e ricostruire l’Ucraina. So che i rappresentanti di tante imprese italiane mi ascoltano e vorrei parlare loro non soltanto come rappresentanti del business, ma come genitori, figlie, figlie. Noi siamo tutti insieme nel desiderio della libertà della sicurezza del benessere per i nostri genitori, per i nostri figli per le nostre città per i nostri pasi. Di queste vi propongo di parlare e di come dare più libertà e sicurezza ai bambini, al popolo a le città ucraine”.
“Siamo ad un nuovo livello della partnership tra i nostri Paesi – ha detto il premier ucraino Denys Shmyhal – La ricostruzione inizia adesso. Siamo uniti nella difesa e siamo uniti nella ricostruzione. Shmyhal ha ringraziato la presidente del Consiglio, le istituzioni e il popolo per il sostegno a 360 gradi. L’Italia – ha aggiunto – è stata chiave nel sostegno all’Ucraina per l’adesione dell’Ue, lo ricorderemo”.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ringrazia per “l’interesse dimostrato dalle imprese italiane è la notizia migliore che potessimo ricevere atterrando a Roma. Ringrazio le istituzioni e le aziende per essere al fianco dell’Ucraina e per un impegno di lunga durata. I contatti tra i nostri governi sono più dinamici che mai. Molti anni fa – ricorda – quando Odessa prosperava, c’erano molte persone che parlavano in italiano, c’era anche una segnaletica in italiano. I rapporti tra Italia e Ucraina erano stretti e non verranno più offuscati dal nostro vicino. Nei momenti più bui siete stati al nostro fianco”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che “la ricostruzione è parte fondamentale dell’azione di vicinanza che noi italiani, noi europei, vogliamo concretamente dimostrare all’Ucraina. E’ un passo importante perché l’Ucraina sarà parte importante dell’Ue e del mercato unico. E’ giusto quindi che si inizi a lavorare. La ricostruzione inizia ora e noi vogliamo essere in prima fila, ponendone le basi. La Russia – ha sottolineato – dovrà pagare per distruzioni che ha causato” e l’Italia si impegnerà per questo nei consessi internazionali”.
Secondo la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti Gelsomina Vigliotti “sono necessari 14 miliardi di dollari per le priorità più urgenti dell’Ucraina nel 2023: bisogna concentrarsi su investimenti che non possono aspettare la fine della guerra. Dobbiamo affrontare questi fabbisogni adesso, sostenendo l’economia per evitare ulteriori perdite e ulteriori danni”. La Bei finora ha fornito un sostegno di “2 miliardi euro per i servizi pubblici, progetti infrastrutturali che contribuiranno a migliorare le condizioni di vita della popolazione, come l’ammodernamento degli ospedali di Kiev e Odessa, strutture educative a Zaporizhzhia e Sumy”. Oltre a questo “ci saranno strade e ferrovie da rimettere in sesto, intervenire su acqua potabile, sistema fognario e risorse per garantire la crescita del settore privato. Bisogna garantire un flusso continuo attraverso l’Ucraina”, ha aggiunto, sottolineando che la Bei sta lavorando con tutti i potenziali donatori. Quanto all’Italia, è al fianco con forza alla Bei, e “noi siamo pronti a sostenere i partner italiani” nei progetti che porteranno avanti in Ucraina in settori come “infrastrutture, resilienza energetica, agricoltura, edilizia, trasporti”.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti evidenzia che “il sostegno della Banca europea per gli investimenti all’Ucraina “è coerente con la prossima adesione all’Unione europea. Colgo l’occasione di questa conferenza per annunciare il nostro contributo al fondo di garanzia Bei Eu for Ucraine, di recente costituzione, con una garanzia di 100 milioni di euro”.
Il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, sottolinea che “la ricostruzione diventa anche un modello di integrazione. Il mondo dell’economia, delle banche di sviluppo, delle imprese, delle organizzazioni statali si misura a dare una risposta di tipo immateriale, nella ricostruzione. L’obiettivo è consentire a questa popolazione di scegliere un modello che funziona, quello dell’Ue. Il sistema di intervento strutturale per creare la stabilità dell’Ucraina rappresenta un fatto importantissimo”, ha continuato Cirielli spiegando come “l’Fmi, la Banca Mondiale, tutte le istituzioni sono in prima linea per questo”. Anche l’Italia sta facendo la sua parte: “Stiamo anche immaginando come la nostra Cassa depositi e prestiti nella sua mission particolare possa intervenire a sostenere la nostra iniziativa. Si parlerà poi della Simest, dell’Istituto del commercio estero, l’Ice, e di altre strutture come la Sace: l’Italia scenderà in campo con tutti i suoi strumenti per fare il suo dovere”, ha concluso il viceministro degli Esteri.
Le circa 600 aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell’Eur sono chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di “fast recovery” si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. Allo stesso tempo, si sottolinea, Kiev dovrà portare portare avanti le riforme per garantire più legalità e trasparenza, creando un ambiente favorevole alla realizzazione dei progetti. Fitto il calendario della giornata. Si parte con una sessione a porte chiuse composta da 7 tavoli tematici su altrettanti settori individuati come prioritari.
“Siamo a Roma – ha detto il primo ministro ucraino Denys Shmyhal – per partecipare alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Discuteremo di questioni urgenti con il presidente, il primo ministro e il ministro della Difesa e degli Esteri italiani, nonché con i capi delle Camere del Parlamento italiano. Abbiamo in programma di firmare una serie di documenti bilaterali che contribuiranno alla ricostruzione dell’Ucraina”, ha scritto Shmyhal su Telegram. Secondo il capo del governo, il gabinetto, insieme ai suoi partner internazionali, sta formando un “forte e incrollabile sostegno” all’Ucraina in tutto il mondo, attirando le imprese straniere nella ricostruzione del Paese in difficoltà. Il premier ucraino sarà ricevuto da Papa Francesco il 27 aprile, alla vigilia della visita apostolica del Pontefice in Ungheria.
L’idea di una conferenza sulla ricostruzione nasce dalla convinzione che non bisogna attendere la cessazione delle ostilità, hanno sottolineato fonti diplomatiche. Perché sono tante le cose da fare per ricucire un tessuto economico e sociale devastato da 14 mesi di bombe: occorre ripristinare rapidamente le infrastrutture critiche, sminare e riabilitare le zone liberate, modernizzare le aree non coinvolte nel conflitto.
In quest’ottica, le circa 600 aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell’Eur sono chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di “fast recovery” si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. Allo stesso tempo, si sottolinea, Kiev dovrà portare portare avanti le riforme per garantire più legalità e trasparenza, creando un ambiente favorevole alla realizzazione dei progetti.
Il processo di ricostruzione, per l’Italia, si intreccia anche con quello di adesione dell’Ucraina all’Ue e della sua integrazione nel mercato unico. In questa chiave, non si tratterà semplicemente di riedificare un Paese, ma di migliorarlo, accelerandone il cammino verso un’economia e una società più verdi, smart e interconnesse. Quello che inizia oggi, quindi, è un percorso che si annuncia lungo e articolato, in cui Roma vuole assumere un ruolo di leadership, grazie anche alla presidenza del G7 che assumerà l’anno prossimo. Con l’idea di ospitare una conferenza generale sulla ricostruzione dell’Ucraina nel 2025.
Fitto il calendario al Palazzo dei Congressi. Si parte con una sessione a porte chiuse composta da 7 tavoli tematici su altrettanti settori individuati come prioritari. Nella sessione plenaria spazio agli interventi istituzionali, che saranno aperti da Tajani. Al termine sono previsti incontri b2b e b2g, a porte chiuse, per dare concretezza ed operatività al sostegno italiano. La conferenza sarà chiusa dal presidente di Confindustria Bonomi e dai due premier, Meloni e Shmyhal. Oltre che da un messaggio video del presidente Volodymyr Zelensky.
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