Pubblicato il 4 Settembre 2020
Gli ortaggi come capperi, cipolla rossa e radicchio per inibire il SARS-CoV-2. Uno studio internazionale, al quale partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr, ha scoperto che la quercetina, molecola di origine naturale, ha la funzione di inibire il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus.
INIBITORE DEL VIRUS La quercetina funziona da inibitore specifico e il risultato è frutto del lavoro di ricerca condotto da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid ed è stato pubblicato sulla rivista International journal of biological macromolecules.
«Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione», afferma Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio.
CIPOLLA RADICCHIO E CAPPERI. «Già al momento questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo».
MOLECOLA NATURALE La quercetina funziona da inibitore specifico e il risultato è frutto del lavoro di ricerca condotto da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid ed è stato pubblicato sulla rivista International journal of biological macromolecules. «Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione», afferma Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio.
LUCI UVC PER UCCIDERE IL VIRUS. Contro il virus uno studio della Columbia University ha messo in relazione le fonti luminose UVC (lontane), quelle che hanno una lunghezza d’onda più corta e non danneggiano le cellule umane viventi ma possono attaccare virus e batteri. Una tecnica da non confondere con gli UV convenzionali che non possono essere utilizzati in presenza di persone perché dannosi per la salute
Contro il virus uno studio della Columbia University ha messo in relazione le fonti luminose UVC (lontane), quelle che hanno una lunghezza d’onda più corta e non danneggiano le cellule umane viventi ma possono attaccare virus e batteri. Una tecnica da non confondere con gli UV convenzionali che non possono essere utilizzati in presenza di persone perché dannosi per la salute