“Ciribiribì Kodak” disperato: “Vogliono demolire la mia casa”

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Negli anni ’80 era diventato famoso per il tormentone “Ciribiribì Kodak” e per la sua divertente interpretazione di un alieno con occhialoni da aviatore e faccetta buffa nel celebre spot della nota marca di fotografia.

Ma oggi Davide Marotta torna a fare notizia per una vicenda del tutto diversa e decisamente triste.

L’attore napoletano rischia di perdere la casa in cui vive con la madre 88enne e il fratello, e che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni.

La dimora in questione è un ex rudere della fine dell’Ottocento situato in via Cupa del Principe a Poggioreale, nei pressi del Parco Aldebaran, e oggetto di un lungo contenzioso fra il Comune di Napoli e Marotta per presunti abusi edilizi.

Nel 2017 l’attore – che ha lavorato anche con Mel Gibson ne “La passione di Cristo” e con Matteo Garrone in “Pinocchio” (era il Grillo Parlante), attualmente è impegnato in teatro con San Da Vinci – ha vinto il ricorso al Tar, che ha sospeso il diniego di condono del Comune (che aveva bocciato la richiesta, perché l’immobile si trovava in un’area vincolata nei pressi del cimitero), rilevando che il vincolo era stato posto dopo i lavori di ristrutturazione.

Risultato: adesso per il Comune la casa di Marotta è condonabile, ma per la Procura di Napoli – che ha seguito un iter diverso – va demolita lo stesso e le ruspe dovrebbero entrare in azione martedì 15 novembre.

“È una cosa che non si spiega – ha detto il 60enne attore  – Martedì mi hanno comunicato l’abbattimento. Ma abbiamo vinto il ricorso al Tar sul condono. In quella casa, con me, vivono anche mio fratello e mia mamma di 88 anni. Quella masseria ha quasi 150 anni. Mio nonno ci andò a vivere da sposo negli anni Venti del 1900. Lì sono nati mia mamma nel 1934 e tutti i suoi fratelli: 8 figli. Io la comprai nel 1993 per affetto. L’abbiamo ristrutturata, ma esternamente è rimasta com’era”.

Dopo l’appello per salvare la sua casa, Marotta è stato sommerso da telefonate e manifestazioni di affetto di amici e conoscenti. Per la giornata di domani, quando dovrebbe iniziare la demolizione dello stabile, pare sia stato organizzato un presidio pacifico di protesta, per chiedere al Comune di fermare definitivamente le ruspe.

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Redazione Nazionale

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