La città fantasma più grande della Sicilia, apocalittica e suggestiva

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Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 la terra tremò, alcuni paesi vennero completamente abbandonati e uno ancora ”incanta” con le sue rovine.

Tanti sono i borghi abbandonati, non più accessibili, definiti ”borghi fantasma”, ma nessun luogo colpisce come Poggioreale Antica, la ”città fantasma” per eccellenza.

La cittadina del trapanese venne colpita dal terremoto del Belice del 1968. Sono rimaste solo le rovine, nel tempo diventate meta di attrazione per turisti, fotografi ma anche sede di alcuni set cinematografici.

In quella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 la zona orientale della Sicilia fu colpita da uno dei più disastrosi terremoti della storia d’Italia, 6.4 della scala Richter: la terra tremò e innumerevoli furono le conseguenze drammatiche.

Persero la vita più di duecento persone, migliaia rimasero senza casa e molte città vennero demolite o immediatamente abbandonate.

Poggioreale, fondata nel 1600, venne completamente abbandonata, si decise di non restaurarla. Poggioreale nuova venne invece costruita pochi chilometri più a valle, con strutture moderne molto diverse da quelle della vecchia città.

Le rovine di Poggioreale Antica sono diventate nel tempo meta di turisti appassionati di fotografia e hanno ispirato anche l’universo cinematografico. Nel borgo fantasma sono state girate scene de ”L’uomo delle stelle” e altri film.

Nel 2011 nasce l’Associazione ”Poggioreale Antica” che raccoglie le foto del luogo, svolge azioni e opere di mero volontariato nel centro storico di Poggioreale, per promuovere l’aspetto turistico e culturale del luogo.

Le rovine – ricordiamo – non sono accessibili, a causa di diversi crolli durante gli anni. Tuttavia, anche solo osservando dall’esterno, si percepisce un’atmosfera molto suggestiva, oltre che chiaramente anche inquietante.

Ancora oggi la disposizione della città rimane intatta, si possono individuare Corso Umberto, dove si affacciano i principali edifici come la scuola, il Municipio, l’Ufficio postale, il teatro comunale, un’antica chiesa.

Corso Umberto porta fino alla piazza principale, piazza Elimo, dove sorge l’ampia gradinata che conduce alla Chiesa Madre, di cui sono ancora visibili il perimetro e l’alto campanile; al centro della piazza principale si trova anche l’antica fontana.

Il luogo si raggiunge percorrendo la strada statale 624 Palermo Sciacca e rappresenta oggi una sorta di ”museo” a cielo aperto, dove è custodita la storia della Valle del Belice e della Sicilia tutta, una parte di storia drammatica.

In lontananza si scorgono tetti crollati, case pericolanti, antichi affreschi scrostati che compaiono dai soffitti delle chiese deturpate dalla forza bruta della natura: tutto contornato da una fitta vegetazione. Lo spettacolo, anche a causa delle emozioni contrastanti che suscita, è molto suggestivo.

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Jessica Di Bona

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