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Clarissa Ward e la sua troupe: nell'occhio del ciclone, di fronte ai talebani

Clarissa Ward e la sua troupe: nell’occhio del ciclone, di fronte ai talebani

Pubblicato il 22 Agosto 2021

Clarissa Ward e la sua troupe: testimoniare un fatto, quando vengono meno i diritti fondamentali, può essere un’azione complessa. Sono in discussione i diritti delle donne: ecco che una donna interpreta i fatti e agisce nell’occhio del ciclone. Il contesto è il modo di agire dei talebani. Parliamo di una giornalista Cnn. La donna statunitense è nota, anche per il velo che indossava nel corso delle dirette. Ma c’è di più. Stava girando un servizio sugli afghani in fuga all’aeroporto, quando si è visti di fronte alcuni talebani, pericolosi e armati di fucile. Sono seguite aggressioni verbali. Fuori dall’aeroporto ha trattato con i combattenti.

Gli uomini, correndole incontro, le hanno intimato di spegnere la telecamera. Uno le ha chiesto di coprirsi il volto, nonostante il velo sia già visibile, un altro fa per picchiare l’operatore con il calcio del fucile. La situazione è imprevedibile. I talebani parlano senza cerimonie: “Tutto questo caos in Afghanistan è colpa degli americani. E tu devi coprirti la faccia”.

Queste le parole della giornalista, nel servizio: “È molto rischioso, è molto pericoloso. Per me, è un miracolo che più persone non siano state gravemente ferite”.

Clarissa Ward: la biografia

Clarissa Ward è nata a Londra nel 1980. Il padre è statunitense, la madre è inglese. La cronista ha collaborato con le principali emittenti televisive americane. Prima Cbs, poi Cnn. Clarissa ha lavorato come corrispondente da Mosca per la Abc e precedentemente per Fox News. Si è occupata del conflitto israelo-palestinese, della guerra civile siriana, della rivoluzione ucraina.

Ora ha lasciato l’Afghanistan. Come afferma su Twitter, sta tornando a casa tramite i ponti aerei organizzati dagli Stati Uniti, dei quali ha parlato anche Biden. Questo il testo del post: “Appena atterrata a Doha con il team e quasi 300 afghani evacuati. Grazie infinite a tutti voi per il vostro sostegno e preoccupazione e all’Us Air Force per averci fatto volare e al Qatar per averci accolto. Siamo fortunati”. A chi la critica per l’uso del velo, ha risposto: “Il mio lavoro è uscire per le strade per sentire quel che pensa la gente e vedere quel che sta succedendo. Quindi devo essere disposta a indossare tutto il necessario, onestamente, per essere in grado di uscire e fare il mio lavoro, e rispettare la tradizione di qualsiasi cultura da cui io stia scrivendo” (foto di repertorio).