Pubblicato il 27 Dicembre 2021
Da qualche giorno ha ripreso a tenere banco la questione relativa alla demolizione di ciò che è rimasto degli immobili tra via Plebiscito e via Castromarino a Catania, crollati nella seconda metà di gennaio 2020 durante i lavori di scavo da parte della talpa della galleria per la futura tratta della metropolitana di Catania Stesicoro-Palestro. Da allora tutto un susseguirsi di polemiche, soprattutto riguardo alle famiglie rimaste sfollate dopo il crollo di queste antiche costruzioni, fino allo scorso 23 dicembre, quando è giunta la notizia dell’acquisto degli immobili da parte della Cmc di Ravenna, l’impresa che sta eseguendo i lavori per la metropolitana, per la loro demolizione totale e per la liquidazione del corrispettivo alle famiglie coinvolte.
Ma ciò è un bene solo sulla carta, perché secondo quanto detto a noi telefonicamente da Oriana Pappalardo, portavoce degli sfollati di via Castromarino e via Plebiscito, non tutti gli immobili sono stati acquisiti e di mezzo ci sono per le famiglie andate via anche delle spese salatissime di non poco conto.
Come giudicate l’intesa tra il Comune di Catania e la Cmc?
“La consideriamo una cosa parziale e inesatta perché non siamo stati mai interpellati e sono stati risarciti soltanto quelli che hanno avuto l’immobile crollato, mentre noi che lo abbiamo inagibile, e tra l’altro dove abitavo io la scala sta pure crollando a pezzi, abbiamo i danni maggiori. Dobbiamo accollarci le spese d’affitto per le case in cui stiamo vivendo adesso e i mutui per queste che sono danneggiate. Tra l’altro abbiamo pure bambini piccoli e anziani ultra 80enni, soggetti fragili quindi. Adesso scrivo una lettera al sindaco e in seguito procederemo, Covid permettendo, con delle manifestazioni di piazza e per vie legali. Soltanto otto famiglie su sedici sono state risarcite e per giunta solo due di queste vi abitavano, mentre per le altre erano seconde case. E c’è anche da considerare che queste case, una volta ricostruite, saranno poi rivendute dalla Cmc per guadagnarci ancora di più”.
Chiedete l’appoggio di qualcuno non solo per avere ciò che vi spetta, ma anche per in seguito avere il nuovo immobile?
“Io ho provato a interpellare ingegneri e architetti, ma nessuno mi ha dato risposta. Ci tengo a precisare che io risiedevo al civico 11 di via Castromarino e che dove abitavo io era la parte finale dell’immobile che è stato acquistato, ma la mia parte no. Invito il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alle Politiche Sociali, Giuseppe Lombardo, a prendere parola e a farsi sentire in merito alla questione. Il sindaco non può pensare solo a fare i tavoli tecnici con la Ferrovia Circumetnea e con la Cmc, ma deve interessarsi anche a noi e non solo alla metà delle famiglie. In quasi due anni non abbiamo ricevuto alcun sussidio e supporto da parte di nessuno. Se poi ci mettiamo pure l’ordinanza dello scorso mese di maggio, che imponeva a noi di provvedere a nostre spese alla ristrutturazione la frittata è fatta“.
Immagine di repertorio
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