I finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito la confisca di un patrimonio di circa 12 milioni di euro, illecitamente accumulato da un esponente di spicco del clan MAZZEI cd. “i Carcagnusi”.
Le attività investigative svolte da unità specializzate del GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza di Catania, su delega della Procura della Repubblica, avevano già consentito, nell’aprile del 2014, di trarre in arresto il soggetto, unitamente ad altre 15 persone, nell’ambito dell’operazione denominata “SCARFACE”, per le ipotesi di reato di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione.
Le successive attività d’indagine patrimoniali hanno permesso di ricostruire gli affari del proposto, il quale, in aggiunta alle attività di estorsione, recupero crediti e bancarotte realizzate con metodo mafioso, avrebbe gestito attività economiche e imprenditoriali riconducibili al clan Mazzei, investendo i proventi delle condotte delittuose nel circuito economico legale mediante la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche ed enti senza scopo di lucro, intestati a prestanome, familiari e conviventi.
Sulla scorta delle evidenze acquisite nel corso delle indagini, il Tribunale penale etneo, chiamato a pronunciarsi in sede processuale, ha emesso sentenza, confermata in appello e divenuta irrevocabile, nei confronti, tra gli altri, dell’imputato, condannato alla pena di oltre 7 anni di reclusione, per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione, disponendo contestualmente la confisca, divenuta definitiva, di cinque società commerciali, un motoveicolo e una lussuosa villa residenziale ubicata a Catania.
Il comunicato della Procura
Su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica il Tribunale di Catania ha disposto la confisca di un patrimonio di circa 12 milioni di euro, illecitamente accumulato da CERBO William Alfonso, ritenuto esponente di spicco del clan mafioso denominato “i Carcagnusi”, facente capo a Santo MAZZEI. Detto provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania.
In particolare, le attività investigative svolte da unità specializzate del GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza di Catania, su delega di questa Procura della Repubblica, avevano già consentito, nell’aprile del
2014, di trarre in arresto il CERBO, unitamente ad altre 15 persone, nell’ambito dell’operazione denominata “SCARFACE”, per le ipotesi di reato di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione.
Le successive attività d’indagine patrimoniali hanno permesso di ricostruire gli affari del CERBO, il quale, in aggiunta alle attività di estorsione, recupero crediti e bancarotte realizzate con metodo mafioso, avrebbe gestito attività economiche e imprenditoriali riconducibili al clan mafioso Mazzei, investendo i proventi delle condotte delittuose nel circuito economico legale mediante la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche ed enti senza scopo di lucro, intestati a prestanome, familiari e conviventi.
Sulla scorta delle evidenze acquisite nel corso delle indagini, il Tribunale penale etneo, chiamato a pronunciarsi in sede processuale, ha emesso sentenza, confermata in appello e divenuta irrevocabile, nei confronti, tra gli altri, di CERBO
Wiliam Alfonso, condannato alla pena di oltre 7 anni di reclusione, per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione, disponendo contestualmente la confisca, divenuta definitiva, di cinque società commerciali – operanti, rispettivamente, nei settori delle costruzioni di edifici, delle immobiliari e nell’impresa turistico-balneare, aventi sedi operative nelle città di Catania, Ardea (RM), Castelfranco Veneto (TV) e Palmanova (UD) – un motoveicolo e una lussuosa villa residenziale ubicata a Catania.
Il patrimonio illecitamente acquisito, sarà ora affidato all’“Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati”.
L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di finanza di Catania contro ogni forma di criminalità organizzata attraverso il contrasto, sotto il profilo economico-finanziario, del riciclaggio e reimpiego nel circuito economico legale dei proventi illeciti, in modo da evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale e salvaguardare gli operatori economici e i cittadini onesti.
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