Pubblicato il 7 Ottobre 2022
L’ecologia è un tema verso cui un maggior numero di persone sta sempre più prestando attenzione con pratiche quotidiane diverse rispetto a non molti anni fa. Gli anni del boom economico sono ormai da tempo alle spalle e mentre prima si investiva anche in soluzioni aventi un impatto negativo sull’ambiente (anche se erano meno conosciuti gli effetti dell’impiego di sostanza chimiche e carburanti), oggi si cerca di consumare inquinando il meno possibile.
Lo dimostra nel mondo dell’automotive la ricerca fatta dalle aziende per quanto riguarda la tecnologia hybrid e nuove forme di condivisione dell’auto come il car sharing, che nel Belpaese si sta diffondendo a macchia d’olio, soprattutto tra i giovani. Ma come funziona la polizza auto in questa nuova realtà? È l’interrogativo a cui rispondiamo in questo articolo. Allacciate le cinture e preparatevi a partire!
Car sharing: di cosa parliamo?
Per car sharing si intende una forma di autonoleggio a breve termine che consente di avere a disposizione un’auto. Si tratta di una tendenza iniziata nel 2001 a Milano per iniziativa di Legambiente che si è poi diffusa lungo tutto il territorio nazionale nelle città di Brescia, Roma, Bologna, Genova, Savona, Torino, Firenze, Parma, Padova, Napoli e Palermo. Un fenomeno in forte ascesa che da queste località sta prendendo sempre più avvio lungo tutto il territorio del Belpaese.
Il parco macchine viene condiviso da un gran numero di persone, ed è questo il concetto a fondamento del car sharing, il suo valore aggiunto. La messa a disposizione può essere ad opera sia di aziende private come del settore pubblico e la persona può decidere di prendere il veicolo per un breve lasso di tempo, come di uno più ampio.
Nel nostro paese sono circa 5000 le vetture che circolano in modalità car sharing e coinvolgono circa 4 milioni di persone. Al primo posto troviamo i milanesi con quasi un terzo degli utenti. Seguono torinesi, fiorentini, veronesi e baresi.
Milano è ai primi posti anche Europa, dove precede città quali Parigi, Londra, Berlino e Madrid.
Car sharing: come funziona?
Il servizio del car sharing funziona secondo una modalità online. Per accedervi è necessario avvalersi di una piattaforma che può essere scaricata sullo smartphone via app o tramite una tessera specifica ed una smart card rilasciata direttamente dalla società che fornisce il servizio. È previsto il pagamento di un canone mensile o annuale.
Prenotare la vettura è semplice e intuitivo e può essere fatto, oltre che tramite app, anche via internet o contattando un call center. Mentre agli inizi erano previsti parcheggi prestabiliti oggi le cose sono cambiate: sono diverse le aziende che permettono di poter ritirare/riconsegnare l’auto all’interno del perimetro in cui si sviluppa il servizio, con un raggio maggiore rispetto a quello che prima era stabilito con il servizio di parking.
È possibile registrarsi singolarmente come individui sia come famiglia e talvolta persino azienda; ogni modalità presenta tariffe differenti con un vantaggio in più per i possessori di partita IVA, i quali possono beneficiare delle agevolazioni fiscali scaricando con la fatturazione il costo delle spese sostenute. Non solo, le attività imprenditoriali possono anche richiedere il “van sharing”, un servizio pensato per il trasporto merci.
Il car sharing è particolarmente comodo in caso di blocchi del traffico, per l’entrata in aree ZTL, per quanti fanno pochi spostamenti (con un chilometraggio inferiore ai 10.000 km) oppure non hanno un garage o si trovano in zone in cui trovare parcheggio può non essere semplice.
Il car sharing non va confuso con il car pooling, che è quella pratica che entra in gioco quando 2 o più persone si trovano a condividere la medesima autovettura, privata, in tratti di percorrenza stradale per ridurre i costi di benzina e autostrada. A differenza del car sharing non entra in gioco la modalità del noleggio a breve termine ma la semplice condivisione di un mezzo, del viaggio e dei costi relativi a tale tratta. Ciò che car sharing e car pooling hanno in comune è il fatto che entrambi si inseriscono in un discorso ecologico dove si pone attenzione all’ambiente e allo stesso tempo si cerca di creare pratiche di condivisione e socialità.
Vantaggi del car sharing
Riassumiamo i benefici del car sharing che sono, in sintesi:
- Utilizzo più razionale dell’autovettura. Si dispone del veicolo solo quando necessario.
- Risparmio di denaro sull’acquisto di un’auto.
- Basso impatto sull’ambiente.
- Praticità del servizio grazie alla comodità della prenotazione.
- Riduzione del numero di vetture pro capite/per famiglia.
Un altro punto a favore è rappresentato dai costi annui, decisamente interessanti. Questi sono differenti a seconda della persona che stipula il contratto e del periodo concordato e non superano, mediamente, i 120 euro annui.
Car sharing e assicurazione
L’assicurazione nel car sharing funziona in modo sostanzialmente analogo a quello di qualsiasi autovettura. È importante ricordare che la polizza auto è obbligatoria per legge e che il veicolo non può circolare senza essere regolarmente assicurato. Detto ciò non tutte le società di autonoleggio nel car sharing prevedono le medesime condizioni ed è bene essere informati prima a cosa si va incontro, in caso di incidente e/o imprevisto.
Alcune compagnie prevedono la franchigia il che significa che può essere richiesto all’automobilista di contribuire di tasca propria in caso di sinistro; una scelta sicuramente conveniente per l’azienda che offre il servizio la quale ha così modo di contenere i costi assicurativi, mentre non si può dire altrettanto per chi sta al volante. Questa opzione può valere per tutte le clausole di tutela.
In caso di sinistro, l’attivazione della procedura assicurativa è la stessa dell’auto di proprietà: si contatta il servizio clienti della società (nel caso dell’auto di proprietà si telefona all’assicurazione), si compila il CID, il modulo di constatazione amichevole e via di seguito. Uno dei vantaggi del car sharing dal punto di vista assicurativo è che non essendo la polizza direttamente intestata alla persona la classe di bonus malus non viene inficiata.
Nel caso in cui si guidi con patente scaduta, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, naturalmente l’assicurazione non rimborsa, al di là della franchigia; senza considerare poi le sanzioni pecuniarie e talvolta perfino penali a cui si può andare incontro, compresi il decurtamento dei punti dalla patente e il suo possibile ritiro.