Pubblicato il 6 Aprile 2022
Si è svolta ieri l’udienza, presso il tribunale di Latina, a carico del dipendente de comune di Latina accusato di concussione, corruzione e falso materiale.
L’indagine dei carabinieri, tra il 2019 ed il 2020, aveva portato alla luce un sistema messo in piedi da quello che, all’epoca era uno dei geometri del comune di Latina. L’uomo, Nicolino De Monaco, si faceva dare dei soldi da cittadini e imprenditori per rilasciare l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue, pratiche di competenza del suo ufficio, e poi e utilizzava i proventi per acquistare droga per uso personale. Gli episodi contestati sono almeno quattro, tra cui quello da cui è partita l’inchiesta. Un uomo, infatti che aveva pagato quanto pattuito, non aveva ottenuto il certificato sporgendo denuncia. Venuta a conoscenza del fatto, l’amministrazione comunale aveva sospeso il proprio dipendente.
De Monaco, che ha chiesto il rito direttissimo, è stato condannato. Accusato, come detto, di concussione, corruzione e falso materiale, ha ricevuto una condanna a due anni e sei mesi, contro la richiesta di quattro anni avanzata dal pubblico ministero Valentina Giammaria.
Due condanne e due rinvii a giudizio. Si è conclusa così ieri pomeriggio l’udienza preliminare a carico di Nicolino De Monaco, 55 anni, geometra del Comune di Latina, Pietro Cannone, 78enne pensionato di Latina, Maurizio Ciucci, 68enne di Roma e Aurelio Feola, imprenditore 65enne del capoluogo pontino coinvolti ad aprile dello scorso anno nell’operazione denominata Nico’ e accusati a vario titolo di concussione e corruzione e reati legati agli stupefacenti.
L’indagine era stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo tra il 2019 e il 2020 ed aveva rivelato che De Monaco, all’epoca impiegato presso il settore ambiente dell’amministrazione comunale del capoluogo pontino, si faceva versare del denaro da cittadini e imprenditori per rilasciare l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue di competenza del suo ufficio e utilizzava poi quei soldi per acquistare sostanze stupefacenti per uso personale. Gli episodi contestati riguardano una donna di 72 anni dalla quale aveva preteso 4500 euro per il rilascio dell’autorizzazione e ancora due richieste di 3500 euro fatte a Pietro Cannone e Maurizio Ciucci e una da 200 euro da Aurelio Feola sempre per il rilascio della stessa autorizzazione. De Monaco avrebbe anche simulato l’avvio di istruttorie finalizzate al rilascio delle false autorizzazioni e utilizzato l’auto di servizio per recarsi dai tre indagati a riscuotere le somme richieste. Gli accertamenti erano partiti in seguito alla segnalazione di una utente che aveva pagato migliaia di euro per un’autorizzazione senza però ottenere il richiesto certificato tanto che l’amministrazione, una volta venuta a conoscenza del fatto, aveva sospeso il geometra dal servizio.