Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.
Il giorno 19 Settembre a Firenze si è tenuta la prima seduta della Conferenza dei servizi indetta dal Commissario di Governo, in riferimento al progetto presentato dalla Soc. Snam FSRU ITALIA s.r.l. inerente la collocazione nel porto di Piombino di un rigassificatore.
Sembra ai nostri occhi di assistere ad un film, stessi attori , stesse scene, ma nei racconti degli stessi protagonisti , sembra che si siano recitati due film diversi.
Da una parte si esprime soddisfazione, si dice che la procedura va avanti, che la discussione è stata costruttiva, che si è discusso di tutto, dalla condotta a terra per il trasporto del gas, al colore della nave, a dove la nave verrà collocata, all’implementazione di un lavaruote agli accessi delle aree di cantiere. Verbi al futuro, un futuro molto vicino, non ad una situazione ancora dubitativa che dovrebbe portare con sé il condizionale dubitativo.
Dall’altra una posizione che elenca le tante criticità espresse con il supporto di pareri tecnici di ingegneri, chimici, biologi, che evidenzia, in molti casi, come le criticità non potranno essere superate e si accenna fiduciosi ad altri pareri tecnici di enti, non ancora pervenuti, che dovrebbero prendere in considerazione la specificità del sito, in riferimento ai rischi per la salute e per la incolumità delle persone.
In questo contesto si inserisce una interpretazione di norme e decreti, parte integrante del parere in itinere, così ci sembra, della Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno che asserisce di non aver nessuna competenza in ordine agli scenari incidentali in riferimento al rigassificatore.
Facciamo un breve quadro di riferimento.
La Snam limita l’analisi del rischio di incidenti solo al malfunzionamento dell’impianto, salvo alcune simulazioni in risposta ai chiarimenti richiesti, asserendo che eventuali incidenti interesserebbero comunque una piccola fascia di circa 500mintorno all’impianto. Nessun effetto esterno al porto, arrivando aconcludere che vi sia compatibilità territoriale. La stessa Società proponente però a pag.25 del Rapporto Preliminare di sicurezza richiama le competenze dell’AdPS, tenuta a fornire alla autorità di pianificazione, le informazioni relative agli scenari incidentali e in particolare a quelli che coinvolgono aree esterne a quella portuale, ai sensi dell’art.6 del DM 9.5.2001.
Quindi, secondo Snam, l’ultima e più competente parola sulla compatibilità del rigassificatore con il territorio, compete alla AdSP, per i dati che dovrà reperire.
I Comitati cittadini già da tempo domandano con proprie lettere e con le osservazioni al Commissario, se questa analisi sui possibili scenari incidentali interni ed esterni siano state eseguite dalla AdSP, sulla base di documentazioni fornite dal Snam, ma soprattutto in base ad una propria elaborazione per specifiche competenze.
L’AdSP asserisce, con una presa di posizione scritta in data 19 settembre, che il DM 16.5.2001 n,293 ( Con compiti in materia di rischio nell’ambito portuale) è stato abrogato dal decreto 105 del 2015, mentre rimane in vigore il DM 9.5.2001, ma questi deve essere inserito, secondo l’autorità di sistema, nel contesto più ampio delle disposizioni decreto 105 che demandano al Prefetto e al Comitato Tecnico Regionale, le competenze prima attribuite all’AdSP.
L’interpretazione, che allontana la materia dei rischi, degli incidenti e della sicurezza dalla sfera di competenza della AdSP,non appare, a nostro parere,condivisibile perché:
-il Prefetto , ai sensi dell’art. 6 decreto 105, predispone Piani di emergenza esterna agli stabilimenti sulla base di quelli che saranno gli scenari di rischio esterno allo stabilimento , ma non spetta a Lui decidere quali siano i rischi e la loro rilevanza ai fini dei piani di emergenza;
-il C.T.R. non elabora i rapporti di sicurezza, ma li esamina e adotta i provvedimenti conclusivi;
-il C.T.R. su istanza del Comune, fornisce pareri tecnici agli enti che devono elaborare i piani territoriali ed urbanistici compatibili con i rischi di Incidenti rilevanti RIR.
Quindi:
-la Snam ritiene che le aree di danno ed i rischi siano tutti interni al perimetro dello stabilimento e demanda all’AdSP il compito di informare degli scenari sui rischi di incidenti, in particolare quelli che coinvolgono le aree esterne, l’Autorità pianificatrice (art.6 Decreto 2001);
-l’AdSP non ha elaborato nessuno scenario incidentale relativo alle aree esterne e non, ritenendo che questo non sia un compito proprio, nonostante sia vigente il DM 9.5.2001;
-il C.T.R. non è tenuto a redigere il rapporto di sicurezza esterno, non ha ricevuto nessun rapporto di questo tipo, non potrà fornire indicazioni alle autorità di pianificazione;
ed infine
-il Prefetto non conoscendo i rischi, non potrà predisporre il piano di emergenza esterna.
La conclusione di questi ragionamenti è che ad oggi per il rigassificatore di Piombino non è stato predisposto nessun rapporto di sicurezza esterna, non sono state effettuate verifiche di compatibilità con la pianificazione territoriale e urbanistica, non sono state individuate le misure da adottare per i piani di emergenza.
Si tratta, a nostro avviso, di un vizio grave che non consente di esprimere un parere di conformità in base alle disposizioni vigenti in materia di impianti a RIR, ma soprattutto non ha portato alla elaborazione di possibili scenari incidentali esterni e non, all’area portuale.
Snam non provvede, poiché tutto si svolge all’interno dell’area di stabilimento, AdSP non provvede pur se incaricata da un Decreto 2001 vigente, il Prefetto, in mancanza di dati, non potrà elaborare un Piano di emergenza esterna.
Dopo la mancanza della procedura di VIA disposta dal decreto Aiuti 17 maggio 2022, dopo questa interpretazione della Autorità di sistema, in netto contrasto con quanto sostenuto dalla stessa Snam, dal Comune di Piombino , dai Comitati cittadini nello loro osservazioni e nelle lettere inviate alla AdSP, al Prefetto, al C.T.R., cosa rimane ai cittadini per rivendicare analisi e protezione? Rimane di rivolgersi al Commissario perché richieda all’AdSP lo scenario degli incidenti in attuazione del Decreto 9.5.2001 citato e di rivolgersi di nuovo ai Vigili del Fuoco, al C..TR., al Prefetto, alla Capitaneria di porto, per rappresentare quanto sopra.
Riteniamo che il tema della sicurezza non debba essere confinato al solo Piano di sicurezza Preliminare elaborato dalla Soc. Snam, proprio perché un altro importante Ente è chiamato a svolgere indagini incidentali intere e esterne al porto, ovvero l’Autorità di sistema portuale, perché detto Piano analizza solo rischi connessi all’impianto e dà solo qualche parziale risposta a quesiti posti da alcuni Enti, perché pensiamo che il tema della sicurezza, pur con competenze specifiche del C.T.R. nel rilasciare o meno nullaosta di fattibilità, debba essere oggetto di confronto e di conoscenza tra vari Enti della Conferenza dei Servizi.
Riteniamo, per le criticità fino ad oggi evidenziate, che non sia scontato un parere favorevole al piano provvisorio di sicurezza
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