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Confesercenti: la pandemia ferma le imprenditrici (ma non nel Mezzogiorno)

mimosa per la festa della donna

Confesercenti: la pandemia ferma le imprenditrici (ma non nel Mezzogiorno)

Pubblicato il 7 Marzo 2021

Nel 2020 spariscono, rispetto al 2019 4mila imprese guidate da donne. La pandemia interrompe la corsa dell’imprenditoria femminile. A fine 2020 si registra un calo delle dello 0,29% delle imprese guidate da donne. Per l’imprenditoria femminile – finora cresciuta più velocemente di quella maschile – si tratta della prima battuta d’arresto in sei anni: la perdita – ascrivibile interamente alle regioni del Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%) – interrompe infatti una crescita costante dal 2014. E’ quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio Studi Confesercenti, in occasione della festa della donna (domani è 8 marzo, ndr). I dati di fine 2020 mostrano che la gestione dell’emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d’arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani: le aziende guidate da donne di meno di 35 anni di età hanno ridotto lievemente il proprio peso sulla componente imprenditoriale femminile. Le attuali 154mila attività di giovani donne sono l’11,52% del totale, mentre nel 2019 erano il 12,02%. Sono soprattutto le regioni del Centro che vedono ridurre la partecipazione femminile al mondo dell’impresa: oltre 2.400 le attività in meno nel 2020 rispetto al 2019, con una diminuzione dello 0,81%. Nel Nord Est le imprese guidate da donne calano di quasi 1.500 unità (-0,63%), mentre il Nord Ovest registra poco più di 1.200 imprese femminili in meno rispetto all’anno precedente (-0,39%). Positivi al contrario i dati del Mezzogiorno: quasi 1.300 le imprese in più, pari al +0,26%. “La pandemia ha inferto una battuta d’arresto a tutto il Paese, cui l’imprenditoria femminile –nonostante la sua natura resiliente – non poteva sfuggire. Anche perché le difficoltà poste da lockdown e restrizioni nella dimensione familiare si sono scaricate principalmente sulle donne. Molte imprenditrici, in assenza di una rete di welfare che permetta loro di conciliare vita familiare e lavoro, si sono fermate. Bisogna fare di più, ripensando gli strumenti di sostegno e creandone di nuovi. Un obiettivo che dobbiamo perseguire tutti: sostenere le imprenditrici vuol dire sostenere la crescita del Pil e l’occupazione del nostro Paese”.