Pubblicato il 14 Gennaio 2023
Cala il sipario sul congresso provinciale della Cgil catanese che per due giorni ha visto confrontarsi decine di dirigenti e delegati sui grandi temi dell’attualità politica e sindacale. Una due giorni che si è conclusa con la riconferma di Carmelo De Caudo alla carica di segretario generale della confederazione e con l’elezione della nuova segreteria provinciale composta da Rosaria Leonardi, Peppe D’Aquila, Valentina Di Magro e Salvo Leonardi (ne abbiamo parlato qui).
“E’ stato un congresso partecipato – ha dichiarato Giuseppe Glorioso, segretario della Flai, a DayItaliaNews – animato da una bella discussione tutta incentrata sulle questioni del lavoro: il lavoro precario, il lavoro che non c’è, il lavoro povero, e le diseguaglianze acuite da un governo che piuttosto che combattere la povertà combatte i poveri”. Apprezzati – e applauditi – gli interventi della segretaria della Funzione Pubblica, Concetta La Rosa, che si è soffermata sulle condizioni dei servizi pubblici a Catania, di Vincenzo Cubito, segretario della Fillea (gli edili), che ha sottolineato le potenzialità e le criticità che attraversa in questa fase il settore edile, di Davide Foti (Filcams), che ha puntato il dito contro la deregulation nel mondo degli appalti (parole poi riprese da De Caudo nel suo discorso programmatico), di Cettina Brunetto (Flc Cgil) che ha fatto una panoramica sul mondo della scuola catanese e di Giuseppina Rotella, segretaria dello Spi, che ha posto l’accento sulle condizioni di vita dei pensionati e degli anziani.
A tenere banco, nella mattinata di ieri, è stato anche il discorso della neoeletta segretaria della Fiom Catania Rosy Scollo, definito “di altissimo livello” da molti dirigenti sindacali presenti al congresso e richiamato anch’esso nelle dichiarazioni programmatiche di De Caudo.
La numero uno delle tute blu catanesi, nel suo intervento, ha denunciato “la totale assenza di politiche industriali, è cioè di una visione generale sulle politiche di sviluppo del nostro territorio da parte della politica e delle istituzioni locali. Che tipo di città vogliamo – ha detto la segretaria – da qui ai prossimi vent’anni? Come governiamo il passaggio storico della transizione energetica e della riconversione produttiva? Che tipo di produzione faccio? Dove la faccio? Quanto lavoro creo? Come attraggo i nuovi investimenti? Come genero, ma soprattutto come redistribuisco ricchezza”.
Palando degli investimenti previsti per quest’anno nel settore industriale catanese, Scollo ha sottolineato che “siamo in uno scenario favorevole, da questo punto di vista, per Catania. Investimenti sono previsti nel 2023 in Leonardo, nel settore informatico, della componentistica e della cibersecurity, e in altre aziende della zona industriale. StMicroelectronics ha annunciato due miliardi di investimenti sul nostro territorio. L’investimento prevede la costruzione di una nuova fabbrica, unica in Europa, dedicata alle produzioni basate sul carburo di silicio. Significa 700 nuovi posti di lavoro, 700 famiglie in cui entrerà un reddito pressoché certo, 700 giovani che non dovranno fare le valigie e andare altrove in cerca di lavoro”.
Dopo aver parlato, anche lei, della questione appalti “che si affronta solo tutti assieme, in modo confederale, superando gli orticelli”, la segretaria Fiom si è “scagliata” contro “la narrazione tossica, alla Bandito Giuliano, per cui la Sicilia può vivere solo di sole, di mare e di agrumi come la California. Chi dice questo, vuole una Sicilia sottosviluppata che non guarda al futuro. Chi dice questo – ha puntualizzato Scollo – dimentica che la California, è vero, ha il sole, il mare, le spiagge che vediamo nei telefilm americani, è tra prime produttrici di agrumi del mondo. Eppure, il suo know-how, quello che la rende una grande potenza economica, è l’industria. La California è la culla delle big tech mondiali. Quasi tutti i componenti e i software dei nostri dispositivi vengono dà lì, dalla Silicon Valley, da Cupertino. E un po’ di Silicon Valley ce l’abbiamo anche qui, a Catania. Alla Zona Industriale. Che qualcuno chiama addirittura “Etna Valley” e che però diventa inagibile dopo una pioggia. Quella stessa zona industriale – ha concluso – che come ripetiamo da anni andrebbe messa in sicurezza, andrebbe messa nelle condizioni di ospitare nuovi insediamenti e garantire la sicurezza dei lavoratori. Quella stessa zona industriale che dà lavoro a oltre 20.000 persone e che produce il 15% del Pil regionale. Un’area decisiva, abbandonata a se stessa, su cui come Fiom, incalzeremo le istituzioni per portarla all’altezza della sua mission strategica”.
Infine, la numero uno dei metalmeccanici catanesi, ha parlato della crisi della rappresentanza che investe anche il sindacato oltre che la politica: “Una crisi che possiamo risolvere solo unendo ciò che i padroni cercano di dividere, solo riconnettendo le tante solitudini che vivono nel mondo del lavoro e nella società, solo rilanciando lo spirito di militanza e di appartenenza, solo dando centralità e protagonismo effettivo alla nostra rete di delegati ed Rsu, solo mettendo in campo tutta la nostra credibilità di dirigenti. Perché la credibilità – ha precisato Scollo – è la tuta da lavoro di ogni sindacalista“.
“Siamo ancora in tempo per invertire la tendenza – ha concluso la segretaria – e per continuare ad essere un soggetto che ha l’ambizione di trasformare la società. Ma per cambiare la società, per cambiare il Paese, per renderlo più giusto, dobbiamo essere disposti a cambiare noi per primi, a ripensare noi stessi e le nostre forme organizzative e le nostre pratiche sindacali, senza avere paura del cambiamento. Questa forse è la più importante indicazione del documento congressuale. Cambiare noi stessi per cambiare la società”.
Un discorso “forte e necessario, come non se ne sentono spesso”, è stato il commento di diversi dirigenti. Un discorso che è stato richiamato implicitamente, assieme a quello di altre segretarie, nelle conclusioni di Lara Ghiglione, responsabile nazionale politiche di genere Cgil: “Gli interventi più belli e importanti di oggi – ha detto la dirigente nazionale – sono stati quelli delle donne”.