Pubblicato il 6 Febbraio 2021
A Montecitorio, c’è fermento. Spesso fermento significa consenso. Silvio Berlusconi si è rivolto per telefono a Mario Draghi e non è potuto intervenire a Roma. Ieri sera le consultazioni con la delegazione di Forza Italia hanno confermato il pieno appoggio. Abbiamo interpellato in argomento il senatore Nazario Pagano, vice presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Queste le sue parole. “L’accordo nasce da due fattori. Il primo è la consapevolezza della straordinarietà della situazione economica, sociale e sanitaria creata dalla pandemia; il secondo è l’occasione creata dalla caratura del premier incaricato. Parliamo di un’autorità in campo sia economico, sia politico. Mario Draghi lo ha dimostrato, in qualità di direttore generale del Tesoro e alla guida della Bce. Divenne numero uno della Bce al termine di un negoziato che portò avanti proprio Berlusconi, in maniera abilissima. Parliamo di istituzioni economiche di straordinaria portata: non le può guidare un mero banchiere. Non bisogna dimenticare che ha portato avanti decisioni in contrasto con la Banca centrale tedesca (Deutsche Bundesbank), in favore di regioni del meridione d’Europa: Grecia, Spagna, Italia. Nella rubrica del suo telefono cellulare, ci sono anche i nomi della Merkel, di Macron, di Biden. Lo ringrazio ufficialmente per non essersi tirato indietro e per aver accettato questo ruolo. Può portarci alla salvezza, in un momento di grande difficoltà. Ne sono orgoglioso: lo ho detto quando Silvio Berlusconi non aveva ancora annunciato la propria vicinanza. E’ il Governo di Draghi, ma anche di Mattarella Finalmente, abbiamo un leader vero. Voteremo il premier, al di fuori delle consuete formule politiche. L’unità del centrodestra, come appare chiaro, passa in secondo piano, poiché ognuno si esprime in accordo con la propria identità. E’ stato registrato ieri il disaccordo della Meloni, che ha risultati nei sondaggi. Nelle consultazioni, ora è la volta di Lega e Movimento cinquestelle.
Non bisogna dimenticare che già un anno fa il Presidente della Repubblica aveva invocato l’unità nazionale, ma un Governo istituzionale non nacque e si determinò il Conte bis: soltanto per gli scostamenti di bilancio si poteva parlare accordo tra maggioranza e opposizione. E’ unanime il consenso e Forza Italia è un socio importante del Governo Draghi. Parliamo del terzo schieramento, che ha 143 parlamentari: meno dei Cinquestelle della Lega, ma più di quanti ne abbiano Partito democratico e formazioni minori. Intendiamo esprimerci a favore degli interessi dell’Italia, non di quelli di partito. Il mio unico, personale cruccio è che questo non sia avvenuto prima“.