Il conte Pietro Costanzia racconta l’aggressione costata la gamba ad un uomo: “Ha mostrato i genitali alla mia ragazza”

Lo scorso marzo un uomo di 23 anni, O.B., fu aggredito per strada dal coetaneo Pietro Costanzia di Costigliole, conte discendente di una nobile famiglia piemontese con l’obiettivo di dargli una lezione. Interrogato ieri per 5 ore davanti ai pm Mario Bendoni e Davide Pretti sul perché dell’aggressione, il conte ha detto che O.B. aveva mostrato i genitali alla sua fidanzata e avrebbe cercato di avere un rapporto con lei.

Le presunte molestie

Secondo la ricostruzione lo scorso dicembre O.B., la sua ragazza e la fidanzata di Costanzia avevano dormito tutti nello stesso appartamento. Durante la notte non sarebbe successo nulla ma la mattina, dopo che la fidanzata di O.B. era andata via, si sarebbe verificato il fattaccio.

O.B. infatti si sarebbe tirato giù i boxer mostrando i genitali alla ragazza di Costanzia, nel tentativo di fare sesso con lei. La ragazza sarebbe rimasta in silenzio per poi raccontare tutto al fidanzato e così sarebbe scattata la “vendetta di Costanza” che a marzo scorso ha aggredito il coetaneo con un pugnale di piccole dimensioni però, come dichiarato da lui, e non con un machete come si pensava.

Il conte ha spiegato che aveva portato il pugnale solo per minacciare O.B. e non aveva intenzione di colpirlo. Nell’aggressione invece O.B. ha perso una gamba, quella sinistra, e solo l’intervento di un passante ha evitato il peggio.

Sul capo di Costanzia pende la grave accusa di tentato omicidio, un’accusa che lui contesta poiché durante l’interrogatorio ha detto che voleva solo ferire il rivale e si è preoccupato quando ha letto su Internet che le sue condizioni erano così gravi da avergli provocato l’amputazione della gamba.

Respinta dal tribunale del riesame l’istanza di scarcerazione presentata dal fratello dell’imputato Rocco Costanzia di Costigliole, a sua volta indagato per avere portato sul luogo dell’aggressione su un motorino Pietro, che però lo ha scagionato sostenendo che non sapeva che era in possesso di un pugnale.