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Il giallo della coppia scomparsa durante la traversata dell’Atlantico: ritrovati i corpi su una scialuppa

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Il sogno di una traversata transatlantica a vela si è trasformato in un incubo senza fine per Sarah Packwood e Brett Clibbery, una coppia di velisti britannici e canadesi scomparsi nel nulla lo scorso 18 giugno.

Dopo settimane di angosciante silenzio, il loro destino è stato tragicamente svelato il 12 luglio, quando i loro corpi senza vita sono stati rinvenuti su una scialuppa di salvataggio distrutta, arenata sulle coste di Sable Island, in Canada.

La loro avventura, ribattezzata “Green Odyssey”, era partita dalla Nuova Scozia a bordo del loro yacht di 13 metri, Theros, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere le Azzorre senza utilizzare combustibili fossili.

L’imbarcazione della coppia era infatti sospinta da vele, pannelli solari, batterie e un motore elettrico recuperato da un’automobile: “Stiamo facendo tutto il possibile per dimostrare che si può viaggiare senza bruciare combustibili fossili”, diceva Clibbery nel video, pubblicato il 12 aprile.

“È probabilmente la più grande avventura della nostra vita”, raccontava la signora Packwood. Un viaggio documentato con entusiasmo su YouTube, che si è trasformato in un mistero insondabile quando la coppia ha smesso di dare notizie. Le cause della tragedia restano avvolte nel mistero.

Gli investigatori stanno seguendo diverse piste, tra cui l’ipotesi di una collisione con una nave da carico, ma la guardia costiera canadese e gli aerei militari non sono riusciti a trovare alcun relitto o traccia dello yacht.

La notizia della morte di Sarah e Brett ha lasciato sgomenta la comunità dei velisti e tutti coloro che avevano seguito la loro storia e la loro avventura, sin da quando – nel 2015 – si erano sposati proprio a bordo di quello yacht. Il figlio di Clibbery, James, ha espresso il suo dolore e la sua incredulità per la perdita dei genitori, ricordandoli come persone appassionate e piene di vita. In un post su Facebook, ha ammesso che gli ultimi giorni sono stati “molto duri”: “Non c’è nulla che possa colmare il vuoto lasciato dalla loro, finora inspiegabile, scomparsa”.

Il loro ultimo post sui social media, datato 11 giugno, li ritraeva sorridenti e pieni di speranza, pronti ad affrontare la sfida dell’Oceano.

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Redazione Nazionale

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