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Crisanti virologo

Coronavirus, l’allarme di Crisanti: “Possibile un lockdown a Natale”

Coronavirus, l’allarme di Crisanti: “Possibile un lockdown a Natale”

Pubblicato il 16 Ottobre 2020

Coronavirus -“Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose: si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo“. Così il virologo dell’Università di Padova e il microbiologico dell’Imperial College di Londra, Andrea Crisanti, in questi giorni, da più parti, intervenendo in varie trasmissioni, lancia l’allarme in vista dei mesi invernali.

L’impatto che le misure adottate dal Governo avranno lo sapremo tra un paio di settimane. Sono misure di buonsenso che hanno un impatto sulla qualità della vita, penso che dovremmo invece concentrarci sulla capacità che abbiamo di bloccare la trasmissione del virus sul territorio”. Poi porta un esempio: “In Veneto abbiamo avuto 366 casi e 360 isolamenti, ogni caso genera almeno 10-15 contatti quindi avremmo in isolamento almeno 5mila persone“.

Coronavirus: “il sistema è collassato”

Secondo il professore “il sistema è collassato, via via che i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus”. Crisanti, infine, invita, con veemenza, alla massima attenzione su questa nuova fase della pandemia: “Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non non vorrei trovarmi a discutere di 10-12mila casi al giorno”.

Coronavirus: “ci siamo illusi…”

Per il microbiologo, insomma, ci siamo illusi: credevamo di aver arginato il virus, ma con la ripresa delle scuole abbiamo scoperto che il nostro potenziale di test era insufficiente a intercettare il virus. Il piano che aveva proposto, quello da 300mila tamponi (non rapidi) al giorno, non è andato in porto. “Con 40 milioni di investimento potremmo acquistare i macchinari capaci di processare più tamponi in meno tempo e con minor uso di reagenti, come abbiamo fatto a Padova. Il costo a regime sarebbe di due milioni al giorno. Con il modo che abbiamo oggi di eseguire i test stiamo spendendo di più”. 

Coronavirus: “ormai l’aumento dei casi non lo fermiamo più…”

“Ormai l’aumento dei casi non lo fermiamo più né con il contact tracing e nemmeno con quello che chiamiamo ‘network testing’. Tanto per capire, il metodo che abbiamo utilizzato a Vo’ Euganeo o al Senato, testando un’intera comunità a rischio di contagio” – conclude il virologo.

Le uniche misure da spendere, a conti fatti e numeri alla mano, secondo Crisanti, sono le misure di contenimento dei contatti sociali.