Sono state queste le parole del presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, su Alfredo Cospito, l’esponente della Fai che da lunedì scorso si trova al centro clinico del carcere milanese di Opera e che da 109 giorni sta facendo lo sciopero della fame, per protestare contro il 41 bis. Proprio di recente, Cospito ha deciso di inasprire la protesta dato che ha scelto di non assumere più integratori, ritenuti importanti dai medici per la sua salute.
Qualora le sue condizioni di salute dovessero peggiorare e diventare incompatibili con la detenzione, verrà trasferito nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. Da quello che è emerso, a Cospito – nei giorni scorsi – sono stati restituiti libri e scritti che aveva quando è arrivato dal penitenziario di Sassari e che sono stati sottoposti a verifiche e controlli al momento del suo ingresso nell’istituto milanese.
Per quello che riguarda le ore di socialità previste dalle norme, il detenuto 55enne le sta trascorrendo assieme a tre esponenti della criminalità organizzata che come lui sono sottoposti al regime di carcere duro e si trovano in cella nel padiglione Servizio Assistenza Integrata ma, proprio per le sue condizioni di salute, compromesse, non può uscire dalla struttura per fare passeggiate all’esterno. Fonte Ansa
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