Pubblicato il 30 Settembre 2021
Più della metà di questi decessi riguardano le professioni sanitarie: tra loro soprattutto medici e infermieri ma anche fisioterapisti, tecnici sanitari di radiologia, operatori socio-sanitari, conducenti di ambulanze e impiegati amministrativi. Tra il personale non qualificato che ha denunciato l’infortunio sul lavoro a causa del Covid risultano pure i dipendenti dei servizi di pulizia degli uffici, degli alberghi, delle navi e dei ristoranti.
E’ quel che emerge dal report dell’Inail.
Nel 2021 la provincia più colpita è stata quella di Palermo con 15 morti, seguita da Catania con 7 e da Caltanissetta con 4. Palermo è in testa pure per le denunce di infortunio sul lavoro da Covid: rispetto alla precedente rilevazione i casi accertati sono l’1,1 per cento in più: di questi 7 sono avvenuti a giugno, 12 a maggio, 19 ad aprile, 5 a marzo, 4 a febbraio e 3 a gennaio.
Tra i lavoratori che hanno dichiarato il loro stato di malattia per il virus, il primato spetta alla fascia tra i 50 e i 64 anni con il 48 per cento delle segnalazioni, subito dietro quella che va dai 35 ai 49 anni con 34,9 per cento mentre fino a 34 anni la percentuale è del 13,9 per cento per scendere al 3,2 per cento oltre i 64 anni. Il 72,8 per cento del totale delle denunce interessano la Sanità e l’assistenza sociale e il 7 per cento il settore dell’amministrazione pubblica: anche questa volta i più colpiti sono gli infermieri, i medici, gli operatori socio-sanitari e gli ausiliari ospedalieri; il 5,6 per cento sono impegnati in svariate attività di pulizia e vigilanza; il 4,2 per cento quelli occupati nei servizi postali e di corriere e l’1,7 per cento gli addetti alle vendite.
Secondo l’Inail, tra le professioni sanitarie i più esposti sarebbero gli infermieri (90%); tra i medici oltre il 50 per cento sono generici, internisti, cardiologi e anestesisti-rianimatori mentre tra i conduttori di veicoli si ammalano di Covid nove volte su dieci gli autisti delle ambulanze.