A livello globale è gravissimo l’impatto a lungo termine della pandemia di COVID sui bambini. Lo ricorda la Caritas che nel mondo ha avviato un insieme di progetti speciali per far fronte all’avanzare delle tragedie “di ritorno” dell’emergenza sanitaria.
Tra scuola negata, pasti saltati, aumento delle violenze domestiche, gravidanze indesiderate e matrimoni precoci “si tratta – scrive la Caritas – di una vera catastrofe, che si è abbattuta in modo più forte sugli stati più fragili e sulle loro nuove generazioni più a rischio, i cui effetti non solo dureranno per anni, ma soprattutto avranno conseguenze sulla crescita sociale ed economica di questi paesi”.
I numeri? Sconvolgenti. Per l’Unicef gli effetti della pandemia hanno toccato più di 1,5 miliardi di studenti nel mondo e 1 miliardo di studenti non ha ancora avuto la possibilità di rientrare a scuola. Secondo l’Unesco a causa delle sole conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria, 23,8 milioni di bambini e giovani, dalla scuola materna all’istruzione terziaria, potrebbero abbandonare o non avere accesso alla scuola il prossimo anno scolastico. La Caritas calcola che durante il lockdown 463 milioni di bambini non hanno avuto accesso alla didattica a distanza. Ma c’è di peggio. La chiusura delle scuole ha tolto ad almeno 346 milioni di bambini l’unico pasto quotidiano completo e con un giusto apporto nutrizionale. Non bastasse, “la lunga fase di lockdown ha coinciso con un aumento della violenza domestica, sulle donne e sui minori. In molti paesi a questo fenomeno si è aggiunta una pressione ulteriore sulle bambine e sulle ragazze, con un aumento dei matrimoni precoci e delle gravidanze indesiderate”.
“Insieme per gli ultimi”, la campagna promossa dalla Caritas con diversi partners, è un viaggio nel mondo del disagio e della sofferenza. L’elenco degli interventi – in aggiornamento sul sito web della Caritas – è lunghissimo. Per i bambini e i ragazzi ci sono azioni un po’ dappertutto.
Per esempio in America Latina, a Cearà, regione del Brasile con il 42,4% della popolazione in stato di miseria, una zona semi arida nella quale vivono piccole comunità dedite all’agricoltura di sussistenza. Qui il COVID ha fatto perdere la sola fonte di reddito conosciuta: l’impiego temporaneo in lavori precari nella capitale. In 8 comunità di questa zona gli “Amici del Brasile” con Caritas hanno sviluppato interventi di doposcuola e sostegno alimentare che durerà tutto il 2020. Per 388 bambini il pranzo fornito dall’associazione è il principale, a volte l’unico, pasto della giornata, ma è cucinato con prodotti della comunità stessa, di cui si cerca di valorizzare l’economia.
In Medio Oriente la pandemia provocata dal COVID-19 ha acuito ancor di più i problemi sociali e politici, acutizzati dalle proteste di piazza e dalle tensioni sociali, con il conseguente peggioramento dello stato di povertà in una popolazione già stremata. In Libano, Siria e Iraq Caritas Italiana (con Caritas Lebanon, Caritas Iraq, Caritas Syria) ha in corso il programma “Come fiori tra le macerie”: i giovani vengono formati sulla cittadinanza attiva, la riconciliazione e la progettazione sociale e, soprattutto, vengono coinvolti in attività di servizio a favore delle famiglie con forte disagio economico, bambini sfollati interni o rifugiati, disabili e anziani.
In Africa, in Senegal, a Mbour, a causa dell’emergenza COVID, le scuole sono chiuse e tutti i bambini sono a casa, in attesa della riapertura; molti non possono dedicarsi al piccolo commercio ambulante, spesso unica fonte di reddito; altri non possono più lavorare perché gli hotel e i negozi sono chiusi. Qui, con il sostegno della Caritas, il CPS – Comunità Promozione Sviluppo –fornisce generi alimentari e prodotti per l’igiene personale, sostegno alle spese scolastiche. E si insegna alle famiglie a seguire le misure di prevenzione contro il contagio.
“La pandemia ha messo in rilievo e ha aggravato i problemi sociali, economici, ma soprattutto la disuguaglianza”, commenta la Caritas ricordando le parole di Papa Francesco: “Certi bambini, nonostante le difficoltà, possono continuare a ricevere un’educazione scolastica, mentre per tantissimi altri questa si è interrotta bruscamente”.
“Solo ora – conclude la Caritas – il mondo sta, troppo lentamente, prendendo consapevolezza del prezzo enorme pagato con la pandemia dalle giovani generazioni e di come il fenomeno dell’abbandono scolastico, conseguenza della chiusura forzata dell’anno scolastico per il COVID, sia di proporzioni enormi”.
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