Nella lettera Procacci evidenzia che la sua struttura durante il periodo Covid ha salvato “la vita a circa 8600 pazienti, di cui 1600 ventilati meccanicamente”, riferisce il Corriere.
“Le scrivo – dice – perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa équipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi”.
“Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, direttori di reparti intensivistici, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti – spiega – nell’aver ricevuto dal locale ispettorato del lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid”.
Procacci annuncia di aver fatto “opposizione, ma non posso negarle che – scrive rivolgendosi a Mattarella – mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l’altro, di un premio per aver fatto respirare la gente di Puglia e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa”.
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