Pubblicato il 25 Ottobre 2022
A quasi una settimana di distanza è ancora noto a Catania il crollo, avvenuto lo scorso mercoledì 19 ottobre, di un pezzo di intradosso del solaio nella sala del giudice per le indagini preliminari al terzo piano del Tribunale di Catania. I tempi di interdizione dello spazio sono ancora tutti da verificare e non si sa ancora fino a quando questo scenario durerà in uno degli edifici più importanti del capoluogo etneo.
I problemi però non si limitano certo alla sicurezza dell’edificio, nel quale due anni fa cadde un lastra di marmo addosso all’avvocato Giulia Bongiorno durante l’udienza preliminare sul caso Gregoretti che vedeva imputato Matteo Salvini. All’interno dell’area interdetta all’accesso si trovano infatti i documenti appartenenti ad avvocati, magistrati e cancellieri nei quali sono riportate le date di scadenza dei processi e roba simile. L’accesso interdetto mette in seria difficoltà quindi l’attività stessa del Tribunale.
Il Codacons Sicilia ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catania per i reati di disastro colposo e omissione atti d’ufficio e che ha come epicentro il problema relativo alla sicurezza in questo luogo. Il dirigente dell’ufficio legale del Codacons Sicilia, l’avvocato Carmelo Sardella, sentito da noi telefonicamente, ha spiegato tutti i punti salienti di questo esposto e ha sottolineato in primis come le problematiche relative alle infiltrazioni d’acqua nelle edificio siano ormai di vecchia data.
“L’esposto lo abbiamo depositato – ha detto Sardella – questa mattina. Le infiltrazione erano già note e all’inaugurazione dell’anno giudiziario se n’era parlato. Le problematiche però erano già note da diverso tempo, basti pensare a quando due anni fa una lastra di marmo ferì l’avvocato Giulia Bongiorno durante l’udienza preliminare che vedeva imputato Matteo Salvini. Il presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi, ha detto di aver già segnalato il tutto al Ministero della Giustizia lo scorso mese di febbraio. Purtroppo pur sapendo lo stato di precarietà dell’edificio non si è fatto nulla e si pone anche il problema del recupero dei documenti contenuti all’interno della stanza. Al momento lì per fare ciò vi possono accedere soltanto i Vigili del Fuoco o altro personale autorizzato, mentre le altre persone oltre a rischiare per la loro incolumità non hanno nemmeno alcuna copertura assicurativa. Le verifiche già effettuate dai Vigili del Fuoco sono parziali perché si dovrebbe togliere tutto il controsoffitto per battere il tetto e verificare quanta stabilità ha. La manutenzione va però fatta in tutta la struttura e anche nell’edificio della Pretura in via Francesco Crispi, dove quando piove gli allagamenti la fanno da padroni. Noi denunciamo quello che accade e chiediamo l’accertamento delle responsabilità a livello sia nazionale che locale. Le indagini faranno il loro corso, ma l’intervento doveva farsi e non bisogna aspettare che ci scappi il morto. Il periodo estivo, nel quale si assiste a un rallentamento dell’attività in Tribunale, era quello più adatto per fare tutto ciò”.
LEGGI ANCHE: CROLLO TETTO AL TRIBUNALE DI CATANIA, LA NOTA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI
LEGGI ANCHE: [FOTO] CROLLA INTRADOSSO SOLAIO AL TERZO PIANO DEL TRIBUNALE DI CATANIA: INTERVENTO VIGILI DEL FUOCO ANCORA IN CORSO