Pubblicato il 16 Aprile 2024
L’attacco dell’Iran ad Israele era annunciato, anzi gli Stati Uniti si erano detti certi di una risposta da parte del paese islamico. Cosa farà adesso Israele? Come ha già annunciato Netanyahu risponderà e anche il ministro della difesa Crosetto è convinto che ci sarà una reazione di Israele, ma confida che sia contenuta.
Un attacco dal potenziale devastante
Crosetto ai microfoni di Sky Tg 24 ha detto che l’attacco iraniano, benché dal potenziale devastante, può essere derubricato a scaramuccia tra i due paesi. L’attacco non ha avuto effetti disastrosi poiché Israele, che ha uno dei migliori sistemi di difesa aerea in tutto il mondo, ha abbattuto il 99% dei droni, dei missili balistici e dei missili da crociera sganciati contro il territorio israeliano.
Le preoccupazioni di Israele
Come ha sottolineato Crosetto Israele teme l’arricchimento dell’uranio portato avanti dall’Iran per costruire la bomba atomica, che potrebbe essere usata contro Israele. Netanyahu potrebbe quindi decidere di attaccare direttamente i siti di arricchimento dell’uranio, un’ipotesi estrema che al momento Crosetto esclude poiché scatenerebbe una guerra di proporzioni globali.
Il ministro ritiene che Israele possa rispondere attaccando i proxy e quindi non direttamente l’Iran, la Siria o il Libano. Sarebbe una risposta in un certo senso contenuta che dovrebbe evitare una pericolosissima escalation della guerra.
La posizione degli USA e dell’ONU
L’attacco dell’Iran, secondo Crosetto, avrà inevitabilmente ripercussioni a livello internazionale, forse delle sanzioni. In ogni caso gli USA hanno già detto che non appoggeranno Israele in un eventuale attacco all’Iran.
Il ministro, che ha ribadito l’invito ad Israele ad intavolare una trattativa quanto meno per una tregua, ha poi puntato il dito contro l’ONU, ritenuta incapace di imporsi come attore autorevole nell’arena mondiale. La colpa è anche della Russia, della Cina e degli USA che impongono veti discrezionali e parziali per convenienza, e non per l’interesse di tutti.
L’ONU deve quindi ricostruire la sua credibilità adottando decisioni eque e giuste, e non per interesse personale, altrimenti continuerà l’ineluttabile caduta del mondo verso il precipizio.