Pubblicato il 20 Aprile 2021
La variante sudafricana è arrivata in Piemonte. Ad esserne affetto un cinquantenne cuneese del distretto sanitario di Saluzzo, completamente asintomatico, che si era sottoposto a tampone di screening preventivo per motivi di lavoro presso l’Asl TO4.
«La sorveglianza piemontese che abbiamo attivato dimostra la nostra capacità ad intercettare le varianti e a contenere il contagio», ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati.
L’uomo ha contratto il virus nonostante si fosse già vaccinato a gennaio con doppia dose Pfizer, in quanto volontario del sistema di soccorso piemontese. Le sue condizioni di salute sono comunque buone.
«Quello delle varianti – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è uno scenario con il quale purtroppo siamo destinati a convivere, il contagio di persone già vaccinate non può lasciarci indifferenti. Il monitoraggio in Piemonte permette di avere la situazione sotto controllo, mentre con le vaccinazioni combattiamo lo svilupparsi della malattia. La campagna vaccinale rimane fondamentale per vincere la lotta contro il Covid-19».
«Il vaccino – spiega il professor Giovanni Di Perri, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo Savoia – protegge contro la malattia, protegge meno contro l’infezione ma si tratta di infezioni quasi sempre asintomatiche. In sostanza, in questo specifico caso, l’essere stato vaccinato può essere la verosimile causa del fatto che l’infezione è asintomatica. Le infezioni che si presentano nei vaccinati sono di durata più breve rispetto alle infezioni naturali».
«La variante – aggiunge Di Perri – circola a basso titolo in Italia da alcuni mesi e per il momento non ha preso alcuna prevalenza in quanto quella inglese evidentemente è più contagiosa. Nel caso specifico si tratta di un soggetto già vaccinato con il vaccino Pfizer, che è noto dare una protezione discreta contro la variante sudafricana. I vaccini Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson sembrano attivi contro questa variante. Il fenomeno non dovrebbe al momento crescere in misura particolare in funzione della permanenza della variante inglese che rimane pienamente sensibile agli effetti della vaccinazione».
«La circolazione delle varianti – conclude il direttore dell’Amedeo di Savoia – è sotto attento monitoraggio molecolare al fine di verificare il grado della loro diffusione nel tempo».