Pubblicato il 23 Febbraio 2022
La ‘Iena’ Ismaele La Vardera ha fatto stampare alcuni manifesti e li ha fatti affiggere ad Ottaviano dove c’era scritto che Raffaele Cutolo, non è “un’anima benedetta”. La Vardera farà proprio stasera, da Ottaviano, un servizio televisivo e ha fatto attaccare i manifesti in “risposta” a un altro manifesto, affisso giorni fa per le celebrazioni religiose del boss della Nuova camorra organizzata, a un anno dalla morte. Il fatto è che alcuni hanno strappato i manifesti di La Vardera.
La Vardera: “Ci hanno detto che Cutolo è morto e dovevamo lasciarlo in pace”
Questa sera, ci sarà un servizio sull’argomento: lo annuncia lo stesso giornalista, che spiega: “Dopo i manifesti dei giorni scorsi dove il boss era definito ‘anima benedetta’, avevamo pensato ad un ‘contromanifesto’ dove si spiega chi è stato davvero Cutolo. Stamattina abbiamo chiesto al sindaco Luca Capasso il permesso per affiggere i manifesti e lui ci ha anche messo a disposizione una persona per attaccarli in giro per il paese. Abbiamo cominciato dalla piazza antistante il Municipio e poi proseguito nelle zone periferiche, ma al ritorno abbiamo notato che i manifesti davanti al Comune erano stati staccati. Li abbiamo rimessi e a quel punto si sono avvicinate alcune persone che ci hanno detto che Cutolo è morto e dovevamo lasciarlo in pace, altri hanno detto che era una brava persona ‘rispettabile’, ed uno in particolare ha staccato quelli appena riattaccati, ed ha cercato di strapparci il microfono. Altri manifesti sono stati staccati in altri punti del paese. Ci hanno anche detto di andare via”.
Ecco quanto si legge nel manifesto di La Vardera: “misteri su tanti omicidi non ancora risolti”
Ecco quanto si legge nel manifesto della ‘Iena’: “Raffaele Cutolo non è un’anima benedetta. È stato un camorrista fondatore della Nuova Camorra Organizzata. È responsabile degli omicidi di Mario Viscito, Marcello Torre, Giuseppe Salvia. Si definiva ‘un Robin Hood’, in realtà è stato un sanguinario criminale.
La stessa moglie del boss, Immacolata, ha detto di non seguire la sua strada. Ha passato tutta la sua vita dietro le sbarre. Uomo senza onore e dignità non ha mai chiesto scusa per i suoi delitti e non si è mai pentito. È morto all’età di 79 anni nel carcere di Parma, portandosi dentro la tomba misteri su tanti omicidi non ancora risolti“.