Da poco ha perso suo marito “eravamo una coppia granitica”. Una vita insieme, sempre pronti e in prima linea nelle gare di solidarietà. Domenica mattina la signora Nicoletta ha acceso il televisore e si è trovata davanti le immagini crude del naufragio di Steccato di Cutro: “Quei filmati sono stati per me come lame di coltello nel mio corpo”.
Ancora oggi, si commuove nel ricordare quanto visto. La sua voce si strozza. La tragedia diventa dramma personale, quando ascolta che tra i morti ci sono molti bambini, racconta il Corriere.
Rimugina antiche sofferenze vissute e a se stessa chiede: “Cosa posso fare io per queste piccole creature morte in mare senza aver potuto capire il gesto delle loro madri che era quello di portarli via da una civiltà crudele? In me sono scattati vecchi ricordi datati di cinquant’anni, quando nella guerra in Russia ho perduto mio zio che ha combattuto per la libertà. Non abbiamo mai più recuperato il suo corpo per dargli una degna sepoltura. Io voglio che a questi bambini sia data questa possibilità. Noi fondamentalmente su questa terra siamo tutti profughi e tutti abbiamo necessità di avere la Misericordia divina”.
Decide così di fare un gesto d’umanità.
La signora Nicoletta, però, ha voluto informare il marito di questa sua decisione.
La cappella è stata ultimata da due anni “non ho voluto lasciare incombenze ai miei figli”, è abbastanza grande. “Quando l’ho finita la prima cosa che ho detto a loro è stata: Se un giorno qualcuno che non ha possibilità e non trova posto in un loculo, sappiate che voi dovete aprire le porte della nostra cappella”.
Il rapporto tra la signora Nicoletta e le disuguaglianze sociali è un tutt’uno. Il suo credo è quello di stare accanto ai bisognosi e sofferenti. La sua vita, e quella della sua famiglia è stata tracciata nel segno della riconoscenza e dell’altruismo. Ancora oggi questi sentimenti prevalgono in questa famiglia che annovera anche alti prelati come il vescovo di Matera monsignor Pino Caiazzo.
“Della mia decisione non ho informato neanche il parroco del paese – dice Nicoletta – solo il sindaco, Saverio Puccio, perché ho pensato che questo fosse un aspetto umano, certamente, ma ho ritenuto che fosse più una pratica amministrativa nel senso che c’era la necessità di dare subito un posto per far riposare in pace queste creature”.
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