Pubblicato il 4 Settembre 2024
“Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore” – così cantava Francesco De Gregori nell’82, secondo il quale “non è da questi particolari che si giudica un giocatore”. Tuttavia nel calcio moderno c’è da avere paura a sbagliare un calcio di rigore, soprattutto alla luce della pioggia di insulti e addirittura di minacce di morte ricevute da Patrick Cutrone, attaccante del Como, per un calcio di rigore sbagliato.
Il rigore della discordia
Domenica sera il Como era impegnato nella trasferta di Udine e a tempo scaduto si è guadagnato un calcio di rigore. Dal dischetto si è presentato il bomber della squadra comasca, Cutrone, che però ha calciato malamente mandando il pallone al lato. Il Como ha così visto sfumare il possibile pareggio e se n’è tornato a casa senza punti.
Può capitare, anche i più grandi di sempre hanno sbagliato un calcio di rigore, ma l’errore del bomber non è stato perdonato da alcuni pseudo-tifosi del Como che hanno riservato all’attaccante ogni tipo di insulto. Solo una settimana prima Cutrone, dopo il gol contro il Cagliari che aveva regalato il primo punto in serie A all’11 lariano, era stato ricoperto di elogi, che si sono trasformati in breve tempo in insulti e improperi.
Oltre agli insulti sono arrivate anche minacce di morte, non solo a lui ma addirittura alla figlia neonata, alla quale è stato augurato ogni male. Un odio malsano e malvagio che va ben oltre il semplice tifo, ma che sfocia nella più becera e bestiale ignoranza.
Cutrone però ha scelto di non starsene in silenzio e di non subire questo violento attacco contro lui e la sua famiglia, così tra le sue Storie su Instagram ha ricondiviso gli screenshot delle minacce e degli insulti ricevuti con questa didascalia: “Accetto le critiche come giusto che sia, ma queste cose non le lascio passare. Questo è un esempio di tanti altri”. L’attaccante potrebbe sporgere denuncia con gli hater che l’hanno attaccato sui social convinti di essere protetti da uno schermo e che gli hanno vomitato addosso il loro odio gratuito e insensato.