Pubblicato il 11 Settembre 2020
L’attentato “World Trade Center” di New York attribuito all’organizzazione di Osama Bin Laden segnò anche l’ulteriore rafforzamento della guerra al capo di Al-Qa’ ida, che fu ucciso dieci anni più tardi in Pakistan al termine di un conflitto a fuoco. Si chiuse così una delle pagine più drammatiche della storia americana, iniziata nel 1998 con l’attentato all’ambasciata americana in Africa.
Bill Clinton autorizzò la Cia alla cattura del terrorista islamico e il 20 agosto di quell’anno 66 missili da crociera furono lanciati nel mar Arabico per colpire una delle residenze di Bin Laden. L’operazione fu condotta contro la base di Zhawerd, in Afghanistan, ma il terrorista era andato via qualche giorno prima del blitz perché aveva intuito che qualcosa stesse accadendo in quanto, all’improvviso, 180 diplomatici americani avevano lasciato Islamabad. L’amministrazione Bush autorizzò anche l’attacco in Sudan ad una fabbrica di prodotti farmaceutici, che secondo le fonti americane serviva per preparare armi chimiche. L’anno successivo un ulteriore tentativo organizzato in Afghanistan dalla Cia, dove un commando di sessanta pakistani erano stati preparati per la cattura del terrorista, ma il colpo di stato ne impedì la realizzazione.
E così l’amministrazione Clinton si chiuse con l’ennesimo insuccesso.
George Walker Bush, subito dopo il suo insediamento alla Casa bianca, istituì la taglia su Bin Laden: una somma di 25 milioni di dollari per la sua cattura, aumentata nel 2007 a 50 milioni di dollari. Intanto fonti della Cia avevano riportato che il terrorista saudita, fondamentalista islamico saudita si nascondeva in Afghanistan e così l’amministrazione Bush autorizzò la battaglia di Tora Bora, che l’esercito americano condusse con particolari difficoltà, legate alle caratteristiche del territorio, che favorivano la protezione di Bin Laden. La ritirata con le mani vuote rappresentò, forse, la sconfitta più pesante per gli Stati Uniti.
I tentativi di catturare Bin Laden continuarono in Afghanistan e, nel 2005, in Pakistan con il solito risultato: del terrorista nemmeno l’ombra.
Il 20 gennaio 2009 il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama giura che catturerà Bin Laden, vivo o morto. Nella notte tra il primo e il 2 maggio 2011 ad Abbottabad, in Pakistan, un gruppo di soldati componenti del Devgru, al termine di un conflitto a fuoco, uccise Bin Laden, disperdendo la salma nell’oceano.