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Dai driver ai sistemi operativi: quanti tipi di software esistono

Un software non è altro un programma informatico che si basa su una sequenza logica di comandi in un dispositivo a sua volta programmabile. Viene sviluppato per mezzo di linguaggi informatici noti come linguaggi di programmazione, sono soggetti all’interpretazione delle macchine o richiedono la compilazione in linguaggio macchina.

Pubblicato il 24 Marzo 2023

Il mondo virtuale viaggia ormai parallelamente a quello reale. Tra app e programmi vari, il nostro quotidiano è costantemente condizionato da software di ogni tipo. Da decenni i software regolano macchine programmabili, che a loro volta possono svolgere molteplici funzioni grazie all’inserimento di comandi provenienti dall’esterno. Si pensi ad esempio allo stesso smartphone, nel quale possono essere inserite e rimosse svariate app a proprio piacimento, permettendo al dispositivo di ricevere le istruzioni utili per eseguire un dato compito.  Fino agli anni ’60 i programmi venivano immessi nei grandi elaboratori elettronici attraverso espedienti come i nastri magnetici; solo 20 anni più tardi sono i primi computer e i primi sistemi operativi.

Un software non è altro un programma informatico che si basa su una sequenza logica di comandi in un dispositivo a sua volta programmabile. Viene sviluppato per mezzo di linguaggi informatici noti come linguaggi di programmazione, sono soggetti all’interpretazione delle macchine o richiedono la compilazione in linguaggio macchina. Il software è l’esatto opposto dell’hardware, che rappresenta la parte fisica di un sistema, vale a dire monitor e componenti varie come il disco rigido. Gli elementi del software sono solo virtuali e logici, quindi, seppur astrattamente, più “leggeri” rispetto a quelli dell’hardware.

Esistono diverse tipologie di software, che possono essere in primis di base o applicativi. I primi riguardano l’ambiente generale nel quale vivono i secondi, come ad esempio i sistemi operativi quali Windows , ormai quasi quarantenne, e Ubuntu. I software si distinguono anche in relazione alle loro funzioni. Alcuni non sono pensati per essere sfruttati direttamente dagli utenti, come nel caso del firmware, integrato nei sistemi dai produttori hardware per essere caricato all’attivazione della macchina, senza poter essere modificato. Sono piuttosto i succitati applicativi a svolgere in maniera specializzati degli specifici lavori, come scrivere, elaborare una grafica o gestire dei filmati.

Anche i tanto chiacchierati videogame rientrano nella vasta famiglia dei software e in particolare degli applicativi, per quanto siano pensati a scopo prettamente ludico, di intrattenimento. Tutti i giochi virtuali sono di fatto dei software, anche quelli che si trovano nei cabinati: non c’è bisogno di studiare le caratteristiche della slot Blood Suckers o altre popolari slot machine o il funzionamento di un tavolo da gioco digitale per capire che ciò che regola e governa l’ambiente di gioco è un’intelligenza artificiale e non una persona in carne ed ossa che segue passo passo l’evoluzione di una partita. Naturalmente, la programmazione è ancora più complessa quando si parla di videogiochi propriamente detti come sparatutto o simulazioni calcistiche, in cui ci sono infinite variabili da calcolare per rendere a dovere su schermo quanto viene processato dal sistema.

Infine, non si possono non citare i famosi driver, che servono al funzionamento di un componente hardware o di una periferica come può essere una stampante. In assenza di un preciso driver, i sistemi operativi non possono eseguire il comando richiesto da un dispositivo. I driver devono essere periodicamente aggiornati per evitare che qualche componente smetta di funzionare all’improvviso. Insomma, i computer si comportano alla stregua di organismi veri e propri e i fattori che ne determinano il ciclo vitale sono tutti meritevoli di cura e attenzione.