Pubblicato il 16 Novembre 2023
Un caso destinato a fare giurisprudenza quello di una giovane pontina che, nel 2021 e 2022, come da profilassi suggerita, si sottoponeva al Vaccino anti-covid. La giovane, una ragazza di 24 anni di Latina, accusava subito un malessere generalizzato ed affaticamento. Sottoponendosi ad accertamenti dopo qualche mese le veniva diagnosticato lo “…scollamento pericardico a carico della parete laterale del VS e di dubbia falda di versamento pleurico sinistro…”.
Una grave patologia cardiaca che rientrava, come da foglietto informativo, tra le controindicazioni del vaccino; nello specifico si parla di: “…Possibili effetti indesiderati… infiammazione del rivestimento esterno del cuore (pericardite) che possono causare respiro corto, palpitazioni o dolore toracico…”.
La giovane pontina si è rivolta all’avvocato Renato Mattarelli per ottenere il risarcimento dei danni; secondo il legale, infatti, non v’è dubbio che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico.
Prima della vaccinazione la giovane era una attiva sportiva che si sottoponeva regolarmente a visite ed esami cardiologici con esiti di ottima salute. Invece, dopo la prima e la seconda dose del 2021 e il booster del 2022, la salute della giovane ha iniziato a peggiorare ed aggravarsi progressivamente.
Una situazione che è andata via via precipitando tanto che ad oggi la ragazza non può più svolgere le proprie attività sportive ma ha addirittura difficoltà anche a salire una rampa di scale. A questo bisogna aggiungere il disagio di doversi sottoporre a controlli periodici. Tralasciando il fatto che inizia ad accusare i sintomi di una depressione post-traumatica da stress visto data dal cambiamento radicale delle proprie abitudini di vita.
Questi danni (che al momento sono state richiesti dall’avvocato Mattarelli con una prima domanda di indennizzo legge n. 210/1992 in favore proprio dei danneggiati da vaccinazione e che prevede un assegno mensile a vita) saranno richiesti anche in Tribunale per il risarcimento integrale che tenga conto di tutti i pregiudizi subiti dalla giovane: oltre ai danni alla salute e alla forzata modifica delle proprie abitudini di vita saranno chiesti i danni patrimoniali visto che la giovane appena laureata non potrà (viste le condizioni di salute) intraprendere alcune professioni e lavori che richiedono il trasferimento all’estero.
Per il legale della giovane (oltre alla responsabilità del Ministero della Salute, dell’Aifa che hanno autorizzato i vaccini e delle farmaceutiche produttrici di quelli somministrati: Pfizer e Moderna) sono ravvisabili responsabilità dei sanitari che hanno inoculato la vaccinazione a Latina.
La 24enne aveva infatti scritto nella scheda anamnestica da consegnare ai medici di soffrire di “…soffio al cuore…” e di accusare “…mal di gola/perdita dell’olfatto o del gusto…” e che due mesi prima era risultata positiva al test degli anticorpi Anti-Sars-CoV2 e, ciononostante, veniva comunque sottoposta a vaccino.
Anche dopo i primi sintomi post vaccinali successivi all’inoculo della prima dose del 2021 (malessere generale, affaticamento ed affanno) di cui la giovane informava i medici, la giovane veniva vaccinata con la seconda dose.
Dalla documentazione deposita dall’avvocato Mattarelli per la domanda di indennizzo risulta anche che, prima della somministrazione della dose “booster”, la ragazza informava i medici di essere stata a contatto, nei trenta giorni precedenti, con persone contagiate da Covid-19 e di accusare “…mal di gola/perdita di gusto/olfatto…”. Ciononostante i sanitari di Latina procedevano alla vaccinazione in violazione della Raccomandazione del 3.03.21 del Ministero della Salute per cui è “…possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa…”
Quello della 24enne di Latina è uno dei tanti casi di danni associati o compatibili con la vaccinazione. In ogni caso saranno le Autorità sanitarie e giudiziarie a stabilirne il nesso causale.