Finalmente, a distanza di quasi 20 anni, la Corte di Appello di Roma ha riconosciuto i diritti di 11 ex dipendenti dello stabilimento “Posillipo” di Sabaudia, esposti all’amianto, concedendo loro la maggiorazione della pensione prevista dalla legge. Questi operai, per la maggior parte deceduti a causa dell’esposizione al cancerogeno, provenivano principalmente da Terracina e Monte San Biagio e lavoravano nel Cantiere Navale di Sabaudia, specializzato nella costruzione di imbarcazioni in vetroresina di medie dimensioni.
L’amianto era utilizzato in vari modi all’interno dello stabilimento: per imbottire l’intercapedine tra guscio e paratoie, rivestire le paratie della sala macchine e dei vani motore, coibentare la zona motori, creare pannelli per le porte tagliafuoco, e rivestire marmitte e altre componenti del motore. Inoltre, le coperture in amianto dei capannoni, deterioratesi nel tempo, hanno probabilmente rilasciato ulteriori fibre di amianto nell’ambiente di lavoro.
I tempi così lunghi per il riconoscimento dei diritti sono stati causati da una serie di sentenze avverse del Tribunale di Latina e della Corte di Appello di Roma, poi smentite dalla Corte di Cassazione. Quest’ultima ha annullato la decisione precedente, rinviando gli atti per un nuovo riesame, come sostenuto dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’avvocato Ezio Bonanni, legale dei lavoratori.
L’avvocato Bonanni ha commentato: “Fortunatamente, la Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Roma, disponendo un nuovo riesame. Ora i lavoratori, e per quelli deceduti i loro eredi, avranno la rivalutazione della pensione con la maggiorazione dei ratei. Questo è un classico esempio della giustizia italiana che, seppur lentamente, arriva a meta.”
In base alla decisione del tribunale, ciascuno degli 11 pensionati vedrà un aumento della pensione mensile di circa 400 euro, mentre le vedove avranno un incremento di 250 euro sulla pensione di reversibilità. Gli arretrati si aggireranno intorno ai 100.000 euro per ciascun lavoratore, e tra i 60.000 e i 70.000 euro per le vedove dei dipendenti deceduti.
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