Pubblicato il 11 Luglio 2020
“Quella per l’arte è una passione che ho da sempre, fin da quando ero bambino e che per fortuna è diventata realtà”. Queste le parole dell’artista di Gela Francesco Savatta, in risposta alla famigerata domanda su come ha iniziato ad avvicinarsi al mondo dell’arte.
Tante le mostre, le esposizioni e gli eventi nei quali è stato coinvolto in passato e che lo vedranno presente in futuro. Com’è stato per gli ultimi due eventi che hanno visto protagonista Francesco Savatta: nel 2018 infatti si è aggiudicato il LXII premio “Basilio Cascella” per l’arte, con l’opera “Fragilità”; e successivamente la pubblicazione di due suoi disegni nel 54° Catalogo generale per l’arte di Giorgio Mondadori.
Il cammino artistico di Savatta
Un cammino artistico che ha impegnato per lunghi anni Francesco. Una vera e propria religione per il disegno. Una fede completa, giunta con vocazione profonda in età giovanissima ed affinata con un maestro e poi riservatamente sempre coltivata.
Si è sempre dedicato alla pittura ed al disegno, alla ricerca costante di affinare la sua tecnica principalmente grafica perché:
il disegno mi permette di entrare maggiormente nel dettaglio, che ricerco continuamente e costantemente.
I miei occhi sono stati inizialmente colpiti dal quotidiano, dal discreto fascino di un realismo privato, un amore in Bianco e Nero per gli interni che ho vissuto, con le atmosfere che mi hanno rapito, con la quotidianità preziosa.
Lo spazio percettivo ed il magico realismo…
Lo stupore che le opere di Francesco generano è tanto che lo spazio percettivo quasi non riesce a contenerlo. Segno quieto e senza sovrastrutture, di pura essenza, immediato, preciso ed universale.
E’ attraverso questo segno che recuperato il punto di partenza del qui e ora, l’artista restituisce ai protagonisti l’immagine potente della loro umanità.
Dopo un primo periodo di “magico realismo” giunge una nuova produzione, con l’urgenza di “farsi”, di essere visibile. D’un tratto la sua matita cambia direzione, al posto di seguire l’occhio nel cogliere la realtà esterna, ha iniziato a voltarsi indietro, a guardare in se stesso. Adesso Francesco disegna ciò che “desidera”, ciò che “pensa”, ciò che immagina. E non più quello che “vede”.
Day Gela su Francesco Savatta: i colori?
Il mondo di Francesco non ha bisogno di colori per parlare di colori. Sembra un paradosso. Ma le varie tinte, il verde del bosco e della vegetazione, il giallo del grano sono resi dalla semplice matita ed i tratti ora forti, ora teneri come delle vere pennellate, raccontano una realtà in bianco e nero che nella sua semplicità riscopre la vera grandezza.
Il lavoro artistico è per me una questione di grande amore, dedizione e concentrazione. La tendenza all’isolamento è insita nella mia arte e c’era già da bambino, rientra nella mia natura. Sono molto pignolo e rigoroso per cui lavorare da solo è una condizione necessaria ed indispensabile, ne sento il bisogno. Sono giunto a capire che devo mettere a frutto fino in fondo il dono che ho ricevuto, in ogni istante possibile. Desidero tanto lasciare qualcosa di me in una serie di opere per mostrare il mio mondo interiore, la mia percezione delle cose, il mio “sentire”.
La prossima primavera
La prossima primavera 2021 ci sarà una retrospettiva completa ed esaustiva dedicata a Francesco Savatta in cui verranno esposte circa 90 opere realizzate nell’ultimo ventennio, provenienti da importantissime collezioni private italiane ed estere, dagli interni, paesaggi e ritratti del primo periodo e alle opere surreali e concettuali dell’ultimo periodo artistico.
Dobbiamo ringraziare chi, come Francesco Savatta, ha sguardo e coraggio di dire senza parole, attraverso immagini reali e concettuali che ci consentono di comprendere meglio le maglie con cui è fatto il mondo.