É un Vincenzo De Luca a dir poco battagliero quello che si è presentato con diversi sindaci del Sud a Roma, davanti a Palazzo Chigi, per manifestare contro la riforma sull’autonomia differenziata che, secondo lui, taglierà ancora di più i fondi al Meridione.
De Luca ha espresso tutta la sua contrarietà contro la riforma: “L’autonomia differenziata non penalizza il Sud, lo calpesta e lo offende. Meloni deve chiedere scusa perché questi fondi erano destinati in primo luogo al Sud, e gli accordi di coesione andavano fatti innanzitutto con le regioni del sud invece che con tutte le regioni del Nord. Se pensa che la dignità del Sud sia in vendita si sbaglia, la manifestazione di oggi serve a ricordare a Giorgia Meloni e a tutti che la dignità del Sud non è in vendita quindi chiede scusa scusa perché sta bloccando risorse essenziali per creare lavoro”.
La Meloni ha ribattuto altrettanto duramente a De Luca: “Tutti hanno capito il senso di quello che stiamo facendo, c’è stata una enorme collaborazione, tutti sono collaborativi salvo uno che non è molto collaborativo allo stato attuale”.
Il riferimento al governatore della Campania è apparso abbastanza evidente, per poi punzecchiarlo con queste parole: “Rispetto per carità, neanche mi stupisce troppo, se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020 risulta speso il 24% della spesa, se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare forse si potrebbe ottenere qualche risultato in più”.
De Luca, dopo aver definito l’autonomia differenziata una “legge-truffa”, è passato al contrattacco col suo ormai proverbiale linguaggio colorito: “Se si consente alle regioni del Nord di fare contratti integrativi nella sanità con 3000 euro in più al mese per i medici noi siamo morti. Noi siamo pronti a competere ma ad armi pari. L’Italia è una e indivisibile; siamo diventati una patria quando i giovani del meridione sono andati a morire nel Carso. Agli amici e ai concittadini del Nord vogliamo dire questo, che l’autonomia differenziata non serve a nessuno”. Quando poi gli sono state riportate le parole della Meloni, lui ha risposto: “Str***a, lavori lei”.
De Luca è un fiume in piena e ha tuonato: “Hanno deciso di fare una Zes unica per tutto il Mezzogiorno, e poi hanno portato tutte le decisioni a Roma. Chi fa questo io lo chiamo imbecille, o no? Qual è la malizia di questi giovanotti? Che l’imprenditore vada a Roma a genuflettersi. Questo è il peggio del clientelismo. Meloni si vergogni”.
De Luca è poi arrivato con un corteo di manifestanti a Palazzo Chigi, dove hanno trovato un cordone di polizia per fermarli. Il governatore però non è arretrato di un millimetro neanche davanti ai poliziotti: “Chiedete a qualcuno che venga qui a parlare” – ha detto, e quando gli hanno riferito che non si poteva andare oltre è esploso: “Sennò ci dovete caricare, ci dovete caricare, ci dovete uccidere”. Le immagini sono state riprese dalle telecamere di Tagadà e il video integrale sarà trasmesso su La7.
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