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Decreto Caivano, cosa cambia: ora i minorenni potranno andare in carcere più facilmente

Pubblicato il 8 Settembre 2023

Dopo i terribili fatti di Caivano è scoppiata in tutta la sua gravità l’emergenza criminalità giovanile, con giovanissimi che delinquono e ne vanno anche fieri con post e video sui social. Gli stupri di Caivano e di Palermo sono solo la punta dell’iceberg di una situazione che ormai sta sfuggendo di mano, dove i giovani e le baby gang si rendono protagonisti di atti violenti e criminali con la convinzione di restare impuniti.

Per porre un freno ad una situazione sempre più allarmante Giorgia Meloni ha varato il cosiddetto decreto Caivano, che impone un forte giro di vite alla criminalità giovanile che vede spesso coinvolti giovani e adolescenti.

Decreto Caivano: pene più severe per spaccio e detenzione di armi

Chi viene sorpreso a spacciare sostanze stupefacenti, anche modeste quantità, sarà punito con pene più severe, come l’arresto immediato. L’arresto sarà comunque facoltativo e quindi a discrezione degli agenti di polizia che dovranno valutare di caso in caso.

Tale misura sarà estesa ad altri reati come minacce, violenze e resistenza a pubblico ufficiale. La pena sarà innalzata da 1 a 5 anni di carcere, mentre prima era da 6 mesi fino a 4 anni. Anche il porto abusivo di armi bianche o strumenti atti ad offendere sarà punito in modo più severo.

Domiciliari e carcere: meno tolleranza

Per i minorenni con più di 14 anni la pena massima prevista è scesa da 9 a 6 anni. Questo significa che la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari potranno scattare per molte più accuse di reato prima del processo.

Si potrà ricorrere più facilmente alla messa in prova, una misura che sostituisce il carcere con i lavori socialmente utili. Chi ha tra i 18 e i 21 anni potrà essere trasferito nelle carceri ordinarie, ma solo in casi particolarmente gravi come quando sono violenti o minacciano altri detenuti.

L’uso del cellulare

Molto si è discusso anche del cellulare e della possibilità di proibirne l’uso ad alcuni minorenni. Alla fine, come ha spiegato Piantedosi, si è arrivati ad un accordo: il questore potrà suggerire al Tribunale di imporre il divieto di cellulare o altri dispositivi di comunicazione se sono stati usati per compiere un reato. Se il divieto dovesse essere violato, si rischia il carcere da 1 a 3 anni.

L’ammonimento in Questura

I 12enni accusati di danneggiamento aggravato, lesioni gravi, furto o rapina potranno essere convocati in Questura ed essere ammoniti a non compiere più altri reati simili. A rischio anche i genitori, che potranno ricevere una multa da 200 a 1.000 euro. La soglia di imputabilità invece resta immutata, quindi non si potrà andare a processo fino ai 14 anni.

Diverso invece è il discorso relativo all’avviso orale in Questura: il minore viene sempre convocato dal questore, che gli comunica che ci sono indizi a suo carico e lo invita a non commettere reati. Tale misura finora si applicava solo ai maggiorenni se ritenuti socialmente pericolosi, ma è stata estesa anche ai 14enni.

Come funziona il Daspo urbano

Il Daspo urbano sarà esteso anche ai minorenni dai 14 anni in su e potrà durare da un minimo di un anno fino a un massimo di 3 anni. In pratica chi è stato raggiunto da Daspo non potrà frequentare alcune zone della città, come locali, spazi pubblici, discoteche e anche scuole.

Tale misura potrà scattare per chi viene condannato o denunciato per lo spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche per chi viene sorpreso a detenere stupefacenti con fini di spaccio.

Obbligo di frequentazione della scuola: rischio carcere per i genitori

Un’altra piaga sociale dell’Italia è la dispersione scolastica e il Decreto Caivano prevede per i genitori che non mandano i figli a scuola fino al periodo dell’obbligo, cioè la seconda superiore, l’arresto fino a 2 anni di carcere e c’è anche il rischio di revoca della potestà genitoriale.

La stessa misura scatterà se i minori sono legati ad un’associazione a delinquere di stampo mafioso o se sono coinvolti in traffico di sostanze stupefacenti.

Niente stop alla visione dei siti hard

Non sono state previste invece particolari misure sul blocco dei siti per adulti. Il Decreto si limita a ribadire l’obbligo, per i produttori di dispositivi elettronici, di introdurre la possibilità di inserire un parental control gratuito. Come annunciato dal ministro per la Famiglia Eugenia Roccella sarà avviata una massiccia campagna di informazione per sensibilizzare i minorenni sui rischi della visione di siti hard.