Mentre l’Aula votava il decreto, blindato dalla fiducia, il ministro Nordio era in riunione con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i sottosegretari Ostellari, Delmastro, Sisto e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera Giulia Bongiorno e Ciro Maschio per fare il punto sui prossimi “passi da fare” per affrontare l’emergenza carceri che “resta una priorità”.
Mattarella promulga la legge.
Al termine del vertice, Nordio fa sapere di aver chiesto un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di voler proporre “modifiche alle norme sulla custodia cautelare”.
La sua idea è anche quella di proporre al Csm di potenziare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza e di prevedere che i detenuti tossicodipendenti scontino la pena in comunità.
Come chiesto anche da FI con i suoi emendamenti al Senato.
Le opposizione parlano di “sgarbo istituzionale” che “umilia” il Parlamento.
“È l’ennesima presa in giro”, “considerate il Parlamento un passacarte”, è un “totale fallimento della maggioranza”, sono le voci che si levano dai banchi di Pd, M5S, Avs, Azione e Iv.
Nonostante il ministro si affretti a replicare che la riunione non rappresentava “alcuna sovrapposizione” con i lavori del Parlamento, le opposizioni protestano.
“È estremamente allarmante che il giorno stesso in cui si licenzia in questo secondo ramo del Parlamento un provvedimento che dovrebbe mettere a posto la situazione nelle carceri, il Presidente del Consiglio senta la necessità di incontrare il ministro competente in materia e lo dichiari alla stampa. Chiediamo di capire quale sia il fatto nuovo che ha determinato questo incontro urgente, quale la situazione di allarme”, dice in Aula il deputato del Movimento 5 Stelle Alfonso Colucci.
Quasi contemporaneamente le opposizioni chiamavano in causa il presidente Fontana per chiedere “l’immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo” e definire “un’azione riparatoria” da parte del Guardasigilli.
Passano pochi minuti e – ciò ben rende il clima caldissimo di questa serata di chiusura dei lavori parlamentari – il presidente della Camera interviene a sua volta con una nota che cerca di calmare gli animi.
Nella nota ribadisce “la centralità del Parlamento, le cui prerogative devono essere garantite attraverso il confronto delle idee e l’assunzione delle responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati”.
Tra le misure c’è l’assunzione di personale di polizia penitenziaria e di dirigenti e medici penitenziari, la semplificazione del procedimento per la concessione della liberazione anticipata. Il ddl, contenente “misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia”, istituisce inoltre il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.
Tra le novità l’aumento del numero di colloqui telefonici consentiti ai detenuti, l’esclusione dai programmi di giustizia riparativa dei detenuti sottoposti al regime speciale del 41-bis, l’istituzione al ministero della Giustizia di un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti adulti: le modifiche introdotte a Palazzo Madama puntano ad ampliare le possibilità di accesso ai detenuti tossicodipendenti in comunità terapeutiche pubbliche o private accreditate.
Nel dettaglio il ddl autorizza l’assunzione di 1.000 agenti di polizia penitenziaria, nella misura di 500 unità nel 2025 e 500 unità nel 2026. Previsto anche l’aumento di 20 unità del personale di dirigente penitenziari e l’assunzione di funzionari e ispettori del Corpo di polizia penitenziaria mediante scorrimento di graduatorie.
Il ddl introduce anche il nuovo delitto contro la pubblica amministrazione di “indebita destinazione di denaro o cose mobili” e modifica anche il decreto legislativo n. 231 del 2001, in materia di responsabilità delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, includendo il delitto di indebita destinazione di denaro o cose mobili nel novero dei delitti per i quali è comminata una sanzione pecuniaria nei confronti dell’ente. Slitta di un anno l’entrata in vigore delle disposizioni della “riforma Cartabia” sul Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.
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