Pubblicato il 11 Luglio 2020
Ancora una volata al centro dell’attenzione dei lavori della commissione si è parlato della situazione di degrado di piazza Garibaldi.
L’assessora al Welfare Monica Buonanno ha ricordato la sinergia di azioni messe in campo dall’Amministrazione, che vedono al lavoro sul tema della presenza dei senza fissa dimora e del decoro dei luoghi da loro frequentati diversi assessorati e competenze: Ambiente, Polizia locale, Unità di Strada, Asìa e Napoli Servizi. Con una modalità già utilizzata per la Galleria Umberto I e per Via Duomo, è stato programmato un calendario di interventi in vari punti della città, tra i quali il piazzale della stazione Garibaldi e Corso Novara, comunicando date e luoghi a tutti i soggetti coinvolti.
Piazza Garibaldi, la cronistoria di tutti gli interventi
Gli interventi straordinari consistono nella presa in carico del luogo e nella pianificazione delle attività necessarie per effettuare la pulizia, l’igienizzazione e la sanificazione, col supporto degli operatori del welfare per gestire l’allontanamento delle persone senza fissa dimora.
Al Museo Nazionale, per esempio, i portici sono abitati di notte, poi al mattino gli operatori sociali si impegnano ad aiutare le persone a sistemare le loro cose in luoghi prestabiliti per consentire ad Asìa e alla Napoli Servizi di effettuare le operazioni di pulizia.
Stessa attività viene svolta nella zona del Museo di San Gennaro e in Via Duomo, dove durante la pandemia nove persone si erano accampate in modo stabile. Sabato scorso si è intervenuti nel porticato di Via Morelli e periodicamente si interviene nella Galleria Umberto, sotto i portici del Teatro di San Carlo e in Piazza Cavour.
Si lavora, inoltre, per mettere a sistema la distribuzione del cibo. A gennaio è stato pubblicato un avviso rivolto alle associazioni del Terzo Settore che distribuiscono i pasti per chiedere loro di comunicare luoghi e tempi di distribuzione. Purtroppo, però, la risposta è stata lenta e parziale, poi le emergenze legate al Covid hanno visto dirottate su altri fronti le attività dell’assessorato.
Ora si è ricominciato a sollecitare le associazioni e si spera che di qui a poco si ottenga una mappatura precisa, così da garantire un’azione attenta e mirata. I senza fissa dimora devono essere trattati come persone in estremo disagio, ma allo stesso tempo vanno tutelati il decoro e la pulizia della città.
Per questo, dopo aver reso il dormitorio pubblico residenziale, aperto 24 ore al giorno, e confermato i posti di prima accoglienza alla Sanità e nella struttura individuata insieme alla Curia, si sta lavorando per intervenire a favore delle altre 900 persone mappate in giro per la città, molte delle quali alle prese con difficoltà di vario genere, come malattie psichiatriche e dipendenze. Si punta a individuare strutture alternative, ma per obiezione della Asl non si è riusciti finora a trovare un altro luogo d’accoglienza adatto; c’erano stati contatti con il Demanio per verificare la possibilità di utilizzare la caserma Canzanella, che è stata poi assegnata definitivamente ai Carabinieri.
Ora si considerano altre ipotesi, tra le quali quella, elaborata insieme alla Prefettura, di utilizzare una parte del presidio sanitario Ascalesi; una proposta che non ha ancora ricevuto risposta dalla Regione. Al Corso Novara e in Piazza Garibaldi si è intervenuti più volte, e i luoghi sono controllati anche dalla Polizia di Stato per lo spaccio di sostanze a basso costo. L’Unità di strada, inoltre, è operativa h24, ma gli operatori attivano leve esclusivamente sociali a favore delle persone senza fissa dimora, secondo quanto previsto dalla Convenzione Onu e dalle indicazioni dell’Amministrazione.
Esiste poi un rapporto stabile di confronto con i dipartimenti di salute mentale e dipendenze della Asl e con la commissione consiliare Welfare, con la quale durante la pandemia è stato fatto un lavoro enorme, gestito anche con il supporto della Federazione italiana delle persone senza fissa dimora, che ha indicato le modalità più adatte per l’utilizzo delle poche mense aperte, con le quali, a partire da quella del Carmine, l’Amministrazione collabora in un’ottica di grande sinergia.
L’assessore all’Ambiente Raffaele Del Giudice ha ricordato che il fenomeno è molto particolare e che a Napoli si registra anche la presenza di persone che arrivano da altri luoghi. Il coordinamento dell’assessorato all’Ambiente può essere messo in campo solo quando le persone si spostano. Negli ultimi due mesi sono stati fatti circa 150 interventi straordinari di pulizia con la rimozione del materiale ritrovato in strada, in cui si sono stati rintracciati indumenti, coperte e rifiuti che devono seguire un percorso di smaltimento diverso. Tra le persone che vivono in strada è aumentato il tasso di violenza e l’uso di alcolici, e sono molti quelli che si scagliano contro gli operatori Asìa che rimuovono i loro giacigli che spesso, collocati sui prati, aumentano il degrado perché creano la desertificazione delle aiuole.
Ultimamente vengono accatastati anche ingombranti come lamiere e altro materiale per creare giacigli più stabili, e così si cerca con Napoli Servizi e con la Cooperativa “25 Giugno” di eliminarli prima che diventino stabili. Si fa una grande fatica, per questo ci si auspica che la Prefettura si adoperi per la presa in carico dei senza fissa dimora da parte dei Comuni di provenienza. L’attività di sanificazione, ha concluso l’assessore, è continua e si svolge perlopiù di mattina, per non intralciare il traffico.
Ferdinando Apice, vicepresidente della Municipalità 4, si è detto convinto dell’impegno di tutti gli assessori, ma ha denunciato che la situazione nella zona di Piazza Garibaldi e di Corso Novara è molto critica, tanto che sono state effettuate moltissime segnalazioni. Occorre, ha detto, restituire dignità ai cittadini che vivono il territorio e anche ai senza fissa dimora. Col Covid la situazione di difficoltà si è accresciuta. Non bastano i tanti interventi che, come ha ricordato Del Giudice, si fanno ogni giorno; occorrerebbe un presidio fisso della Polizia locale in Corso Novara, in modo da non vanificare gli sforzi compiuti.
Fulvio Frezza ha concordato sulla difficoltà di risolvere la situazione a causa della tipologia di persone con le quali ci si confronta e ha sollecitato un maggiore coinvolgimento del tavolo attivo in Prefettura per assicurare la collaborazione del maggior numero di soggetti e consentire azioni più efficaci.
La presidente della commissione Welfare Maria Caniglia ha ricordato l’impegno continuo e la collaborazione con l’assessorato di riferimento rispetto al tema oggi discusso, anticipando la propria disponibilità per altri confronti di merito.