Pubblicato il 21 Agosto 2024
Dopo il ritrovamento di un coltello insanguinato vicino al luogo dove è stata uccisa Sharon Verzeni, probabilmente usato per l’atroce delitto, non sono ancora arrivate svolte significative nel caso nonostante le fitte indagini. Qualche ulteriore elemento è però giunto dall’autopsia svolta dal medico legale Matteo Marchetti, che potrebbe essere d’aiuto per gli inquirenti del comando provinciale di Brescia. Dopo il fidanzato di Sharon sono stati ascoltati anche il fratello, la sorella e i genitori, ma non sarebbe emerso nulla di particolare o di sospetto.
Coltellate rapidissime, così è stata uccisa Sharon Verzeni
Dai primi risultati dell’autopsia sembra che l’assassino, o l’assassina dal momento che non si può escludere alcuna pista, abbia colpito la ragazza con coltellate rapidissime. Probabilmente è stato usato un coltello da cucina e il fatto che l’assassinio sia stato portato a termine in brevissimo tempo lascia intendere che forse il killer l’aveva studiato da tempo nei minimi particolari. Questo potrebbe spiegare il perché nessuna delle 50 telecamere della zona sia riuscita a inquadrare il killer, che forse si è mosso con circospezione proprio per non essere inquadrato.
Non è stato possibile stabilire se l’assassino fosse mancino o destrorso, né tanto meno è chiaro se sono state trovate tracce di Dna sul corpo o sui vestiti della vittima. Gli inquirenti hanno comunque ordinato il prelievo di Dna di decine di persone che abitano in zona per fare ulteriori riscontri e accertamenti.
Sharon drogata?
Il medico legale, col supporto del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma, sta continuando a indagare, mentre sul corpo di Sharon saranno effettuati degli esami tossicologici per verificare se abbia assunto droga o meno. I familiari hanno smentito l’ipotesi che la 33enne possa aver assunto sostanze stupefacenti, ma gli inquirenti ritengono che il killer abbia potuto somministrare delle droghe a insaputa della ragazza, benché il tempo a sua disposizione per farlo fosse poco.