IL NO AL RIGASSIFICATORE E LA LATITANZA DELLA VISIONE (POLITICA) TURISTICA

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Marco Macchioni Responsabile Area Dem

Il tema del rigassificatore nel nostro porto, ha fatto sì che da una minaccia, reale o percepita, sia nata l’aggregazione di molti degli abitanti di Piombino (e non solo) e della politica, che si sono sentiti ingiustamente colpiti ed è ormai noto chela convinzione di subire un’ingiustizia spinge verso forme di aggregazione.

La città, i cittadini, i partiti politici e il sottoscritto, si sono schierati per il NO al posizionamento del rigassificatore galleggiante nelle aree portuali di Piombino, tuttavia, è mia convinzione che il NO al rigassificatore debba essere alternativo a scelte strategiche in merito alle principali risorse del territorio, che devono dare forma ad una nuova immagine della città.

Su questo tema mi sono già espresso, chiedendo anche quali fossero le politiche occupazionali e di diversificazione economica che il Sindaco e la sua maggioranza intendono mettere in atto. A questo aggiungo un’altra considerazione, ossia, le altre forze politiche hanno suggerimenti da dare? Necessariamente dobbiamo passare dalla protesta ad unanuova visione della città in quanto soffermarsi solo al sacrosanto dire No, è limitativo quanto inopportuno.  

Domandiamoci in che misura è possibile parlare di “immagine” di Piombino, oppure la città non è altro che un luogo dal quale si parte per l’Isola d’Elba o per la Sardegna? Piombino è (o sembrerebbe essere) una città senza ormai carattere o, viceversa è un luogo interessante dove fermarsi, soggiornare e fare qualcosa di APPASSIONANTE, come il turismo oggi richiede

Inizierei verificando le conoscenze del fenomeno turistico tra i residenti, oltre a domandarci quanti componenti dei nuclei famigliari è impegnato, anche a tempo parziale o stagionalmente, in attività turistiche dirette o indirette.

I Piombinesi conoscono i punti critici dell’ospitalità Piombinese?

Si cerca di alimentare il turismo “fai da te” in contrapposizione alla categoria dei “gruppi organizzati”?

Per alcune zone, molto belle come Baratti, Buca delle Fate, o le spiagge della Costa est…occorrerebbe impegnarsi per contenere o aumentare il numero dei turisti? Oppure c’è chi addirittura potrebbe avvertire il pericolo di una fruibilità turistica maggiore delle spiagge locali.

La vera sfida consiste nel far parlare di Piombino all’esterno del suo territorio, occorre una identità. L’identità di Piombino ad oggi è inesistente. Le risorse turistiche sono molteplici ma confuse e non incisive, in poche parole occorre un cambiamento radicale che deve investire l’intera cultura ricettiva e incidere sulla mentalità imprenditoriale e di visione politica della città, per renderla più coinvolgente, durante tutti i mesi dell’anno.

L’immagine di Piombino è troppo schiacciata sul Mare, che appare usurato e da raccordare in maniera intelligente, ad altri percorsi e “discorsi” artistici, culturali, didattici e di svago che dia luogo a nuovi prodotti in grado di intercettare target più ampi.

Serve creare percorsi complessi di larga fruizione, organizzati intorno a pochi e chiari prodotti maggiori.

Piombino soffre di una scarsa connotazione e la città ha un’immagine molto debole. La potenzialità di Piombino e le sue qualità hanno poco peso e non riescono ad interessare in modo rilevante e continuo la domanda nazionale e internazionale. Di prodotti turistici pesanti e in grado di attrarre turismo ce ne sono pochi e questa mancanza non può essere superata, banalmente, con un sito internet o con nuove guide turistiche, né estendendo l’orario di servizio degli sportelli d’informazione, tanto per fare degli esempi.

Penso, tanto per fare un esempio, al turismo di affari che porta con sé esigenze di soggiorno quando gli eventi sono di livelli nazionali o internazionali si veda Mercantia a Certaldo che quest’anno celebra la sua 34ª edizione, i mercatini di Natale di Montepulciano o alle manifestazioni fieristiche, come la non lontana Art expo di Arezzo, alle quali partecipano espositori da tutta Italia.

È evidente che “la questione turistica” di Piombino, ha oggi una sua stringente attualità e quindi risulta urgentissimo pensare a cosa fare e a come farlo per trasformare il turismo in uno dei settori maggiori dell’economia locale. Una buona domanda dalla quale partire è: perché non si riesce a fare, dato che le risorse ci sono. La risposta è che servono scelte, volontà e diuturna applicazione, questa amministrazione le ha? 

Bisogna avere la volontà di mettere il territorio e la città a servizio dei turisti. Siamo pronti a questo? 

Evidentemente, al momento no. Basta soffermarsi sulle recensioni di una particolare categoria di turisti, nelle quali troviamo solo pensieri che si possono sintetizzare in poche parole. Rapporto qualità/prezzo, totalmente negativo.

Spetta alla politica trovare le soluzioni.

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Barbara Noferi

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