Pubblicato il 27 Febbraio 2024
“Pensavo di poter partecipare alle cene, essendo stato autorizzato ad andare dal dentista a Roma e a fermarmi a casa di mio figlio”.
Così Denis Verdini si era difeso, assistito dall’avvocato Marco Rocchi.
Oggi torna in carcere a Sollicciano, Firenze, fino al 2032.
La polizia sta eseguendo l’ordinanza di revoca della detenzione domiciliare disposta dal tribunale di sorveglianza per l’ex coordinatore di Forza Italia e poi ex senatore di Ala, 72 anni, che sta scontando dal 2021 una condanna definitiva a 6 anni per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino, riferisce il Corriere.
Verdini avrebbe violato le prescrizioni della detenzione domiciliare imposte dai giudici fiorentini.
Secondo quanto emerso, Verdini era stato autorizzato ad andare dal dentista a Roma, tra ottobre 2021 e gennaio 2022, ma invece di rientrare a Firenze, era andato a cena con il figlio Tommaso e altre a esponenti politici e dirigenti Anas.
Incontri che non erano sfuggiti agli investigatori della guardia di finanza che stavano indagando, coordinati dalla procura di Roma, sulle commesse bandite dalla società di Stato che gestisce le arterie stradali (i cui vertici sono estranei alle indagini) e in cui sono coinvolti anche Denis Verdini e il figlio Tommaso.
Dalle indagini romane è emerso che l’ex senatore di Ala teneva anche costanti relazioni telefoniche, senza autorizzazione.
Per questi motivi, in udienza lo scorso 22 febbraio, la Procura generale aveva chiesto la revoca dei domiciliari per l’ex senatore.
Verdini, con tre condanne definitive, era ai domiciliari per problemi di salute.
A novembre scorso la Cassazione aveva confermato per Verdini la condanna definitiva a cinque anni e mezzo per il fallimento della società Toscana Edizioni che pubblicava il Giornale della Toscana.
Si trattava della terza condanna definitiva per Verdini dopo quella per il crac della banca di cui è stato presidente per 20 anni, il Credito cooperativo di Campi Bisenzio, sentenza arrivata nel novembre 2020: Verdini fu condannato a 6 anni e mezzo.
E quella per bancarotta a 3 anni e 10 mesi per il fallimento di un’impresa edile di Campi Bisenzio, la ditta Arnone.