Pubblicato il 29 Maggio 2024
Tra le diverse forme di dermatiti, che rappresentano condizioni acute o croniche di infiammazione della pelle, troviamo la dermatite atopica. Ma che cos’è la dermatite atopica? E come può essere trattata? Questa patologia è una malattia infiammatoria cronica della pelle, caratterizzata da un decorso persistente e ricorrente.
Le manifestazioni più comuni di questa condizione sono spesso scatenate da fattori allergici o irritativi, quindi da elementi esogeni che provocano prurito intenso e una notevole secchezza cutanea. A causa della natura cronica di questa infiammazione, è importante effettuare una diagnosi accurata. Questo permette di avviare un trattamento adeguato che mira non solo a curare i sintomi, ma anche a gestire la loro evoluzione nel tempo e a migliorare significativamente la qualità della vita del paziente.
Una valutazione attenta delle cause e degli stimoli che possono peggiorare la condizione è essenziale per prevenire le riacutizzazioni frequenti e gestire la malattia a lungo termine. Con un trattamento personalizzato, basato sia su cure farmacologiche che su piccole modifiche dello stile di vita, i pazienti possono ottenere un sollievo significativo dei sintomi e mantenere la condizione sotto controllo.
Come diagnosticare la dermatite atopica
Per effettuare la diagnosi, la prima cosa da fare è riconoscere e tenere sotto controllo determinati aspetti. In caso di sintomi sospetti o di riacutizzazione degli stessi, è necessario consultare uno specialista. La dermatite atopica è una forma molto comune di eczema, ma a livello clinico può manifestarsi in modo simile ad altre patologie della pelle.
I sintomi
Come si manifesta la dermatite atopica? Quali sono i segnali che ci possono aiutare a riconoscerla? I principali sintomi di questa condizione sono:
- Prurito: primo campanello d’allarme di questa come di altre patologie della pelle, è particolarmente intenso e fastidioso. Può disturbare il sonno o diventare invalidante nelle attività di vita quotidiana;
- Rossore: un altro segnale della dermatite atopica è l’arrossamento della pelle, accompagnato da una lieve sensazione di bruciore;
- Ispessimento: la pelle può presentare aree più spesse;
- Secchezza (Xerosi): la pelle risulta anche più secca e incline a squamarsi e screpolarsi. Questo è uno dei primi segnali della riacutizzazione o della recidiva di questa malattia infiammatoria;
- Occasionale sanguinamento: l’irritazione e l’infiammazione della pelle, unite all’istinto di grattarsi, possono provocare piccole fuoriuscite di sangue;
- Vescicole: per lo stesso motivo, sulla pelle possono formarsi piccole vesciche doloranti al tatto;
- Gonfiore: nei casi più severi, l’infiammazione può provocare anche piccoli gonfiori.
La dermatite atopica interessa principalmente i bambini ma può colpire anche improvvisamente in età avanzata. Le zone principalmente coinvolte sono di solito:
- nei neonati e lattanti: viso, collo, cuoio capelluto, tronco;
- negli adolescenti: pieghe della pelle;
- negli adulti: mani, piedi, dietro le ginocchia, viso, palpebre.
Diagnosi clinica
Non ci sono esami diagnostici o test per una diagnosi scientificamente precisa della dermatite atopica. Lo specialista potrà riconoscerla osservando i sintomi e raccogliendo l’anamnesi del paziente. Per la diagnosi i professionisti possono avvalersi dei criteri di Hanifin e Rajka, un quadro interpretativo messo a punto dai due studiosi omonimi nel 1980 che si basa su fattori come:
- il prurito (intensità, localizzazione);
- la morfologia;
- la distribuzione delle lesioni (ad esempio, se interessano le pieghe cutanee);
- la cronologia di manifestazioni recidivanti;
- la storia familiare.
Oggi tuttavia si tende a non utilizzare esclusivamente questi parametri e adottare un approccio che utilizza più fattori incrociati. In genere la dermatite atopica è considerata una disfunzione della barriera protettiva cutanea e dà una risposta immunitaria alterata. Chi ne soffre, ad esempio può accusare asma, febbre da fieno.
Esami complementari
Per un aiuto alla diagnosi, lo specialista può sottoporre il paziente ad altri test come:
- biopsia, nei casi più severi e sospetti di lesioni di altra natura;
- test allergologici, per individuare un eventuale allergene responsabile;
- test sierologici.