Pubblicato il 8 Ottobre 2021
Quello delle condizioni in cui sono costretti ad affrontare la quotidianità i disabili in Italia è uno dei massimi esempi del fallimento delle istituzioni. Perché in una società non è ammissibile che, di fatto, vi siano esseri umani, cittadini, divisi in classi e chi ha difficoltà motorie o di altro genere è relegato in quella considerata di livello inferiore. Così è, ne abbiamo discusso di recente a Catania con il rappresentante della onlus Come Ginestre, perché in Sicilia gli ostacoli sono maggiori che altrove.
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Ostacoli ancor più difficili per le famiglie che pretendono il rispetto dei diritti dei loro figli disabili. Così come ha messo nero su bianco Cristiano Benzi, un genitore che ha voluto dire la sua su quel che accade a Trapani, la città dove vive con la famiglia, diffondendo una lettera ai media.
“Negli ultimi giorni, Trapani è balzata agli occhi della cronaca per la triste vicenda dell’assistenza igienico sanitaria negata ai disabili gravi e gravissimi, in questa sede non è mia intenzione fare polemiche né tantomeno cercare presunti colpevoli, invero ci sarebbe ben poco da cercare. Mi preme invece fare in modo che ogni singolo rappresentante politico siciliano abbia ben chiaro cosa sta avallando con un atteggiamento di ignavia e di pressapochismo che vedo nei più – scrive – Occorre sapere che ad oggi, ci sono bambini a cui viene negato il diritto allo studio, a cui viene negato il diritto alla socialità a cui viene negato il diritto alla parità, ci sono bambini che pur essendo stati svantaggiati per chissà quale disegno divino vengono oggi sfregiati nella dignità di persona e di membro di una comunità e tutto questo in ottemperanza ad un parere ad una norma o ad una sentenza, credetemi, se oggi ci vogliamo definire un paese civile tutto ciò non può accadere”.
“Da genitori abbiamo sino ad oggi cercato di dialogare in maniera rispettosa con tutte le parti in causa; Il comune di Trapani, per il tramite del suo sindaco sempre attento ai regolamenti, ci dice che il cga si è espresso rimandando la competenza allo stato e quindi alla scuola. La dirigente pur accettando quella che appare una norma ben chiara ci dice che è sua intenzione non negare il diritto allo studio di nessuno ma ci confessa quasi sussurrando che non ha le risorse economiche ed umane per affrontare questa emergenza che per lei è un’emergenza ma per le famiglie di oltre 100 bimbi disabili è invece la normalità – rivela – Sì, sono oltre 100 i bimbi a cui oggi manca una figura che abbia le competenze per assicurare l’assistenza igienico sanitaria; Assistenza che il personale ata nonostante tutta la buona volontà il più delle volte non è in grado di assicurare perché non adeguatamente formato e perché il più delle volte sotto dimensionato nell’organico rispetto le reali esigenze”.
“Un bidello non diventa un assistente igienico sanitario per nomina dirigenziale ma dopo aver sostenuto un apposita formazione – continua – Capita allora che i bimbi non vanno a scuola perché non c’è nessuno che possa cambiargli il pannolino o che possa aiutarli a mangiare, capita che i bimbi fortunati che riescono ad andare a scuola, tornano a casa con gli indumenti sporchi di feci e/o di urina, che i bimbi assistano a discussioni e dibattiti su chi debba pulirli o accompagnarli al bagno e loro inermi ad attendere, ditemi voi se questa si può definire inclusione, parità o semplicemente umanità. Ed allora pensiamo che i nostri puntuali e precisi rappresentanti abbiamo sicuramente agito nel giusto visti gli effetti che hanno determinato con le loro azioni, sicuri del fatto che nulla potesse fare il sindaco davanti ad una norma a livello regionale, ma poi scopriamo che a Marsala il comune assicura a proprie spese il servizio igienico sanitario e che la stessa cosa avviene a Valderice a Catania e Licata posti dove probabilmente i politici non sono così bravi come a Trapani ma sono sicuramente più umani e giusti, e ci chiediamo perché? Perché la regione non interviene? Perché il Sindaco non ritorna sui suoi passi? Perché i consiglieri e la giunta tutta non si fanno parte responsabile?”
“Lascio a voi l’onere di voler riportare questi interrogativi a chi possa realmente agire su queste ingiustizie – conclude – Perdonatemi se nella mia missiva sono stato trasportato più dal fervore del padre che dal rigore del cronista ma proprio per questo mi rimetto ad un vostro aiuto affinché i nostri politici regionali e comunali possano dormire il sonno dei giusti e che ogni singolo bimbo trapanese, disabile e non, possa avere la stessa istruzione ed attenzione da parte della nostra comunità”.