Pubblicato il 28 Gennaio 2025
La deputata regionale e il consigliere della 4° Municipalità, Giuseppe Ragusa: “Non spegnere i riflettori sulla vicenda, la Regione faccia la sua parte”.
“Ripristino delle condizioni di sicurezza, sistemazione delle persone sfollate e quantificazione dei danni: non dobbiamo assolutamente spegnere i riflettori sulle criticità e sui disagi con cui stanno facendo i conti tantissime famiglie dopo l’esplosione causata da una fuga di gas che ha coinvolto il quartiere Trappeto Nord-San Giovanni Galermo di Catania. Ecco perché ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Renato Schifani. Vogliamo sapere quali interventi urgenti e quali strategie il governo regionale intende mettere in atto per dare risposte ai cittadini”.
Così la deputata regionale Jose Marano (nella foto d’apertura assieme al consigliere Giuseppe Ragusa) riferendosi al crollo di una palazzina di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari avvenuto lo scorso martedì 21 gennaio nel quartiere Trappeto Nord-San Giovanni Galermo di Catania.
“In via precauzionale – prosegue Marano – le Autorità competenti hanno giustamente evacuato gli abitanti del quartiere, molti dei quali non hanno ancora fatto il loro rientro nelle proprie case. Sembra che non sia stata ancora individuata la fuga di gas e la conduttura non può essere ripristinata dunque le tantissime famiglie residenti in zona sono rimaste senza acqua calda né riscaldamento. Si comprendono le ragioni di sicurezza legate alle scelte operate da Rete Gas e Protezione civile ma ciò non toglie che la Regione deve fare la sua parte per alleviare quanto più possibile i disagi, dimostrando così ai cittadini che le Istituzioni ci sono”.
Sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Ragusa, consigliere della 4° municipalità del Comune di Catania: “Il Comune di Catania – spiega – deve impegnarsi per garantire che in condizioni di totale sicurezza vi sia un graduale ritorno alla normalità dei cittadini residenti.
Vorremmo anche sapere se ha proceduto alla quantificazione dei danni e alla richiesta dello stato di emergenza perché alcune delle abitazioni distrutte non sono più abitabili. Di conseguenza, vanno trovate soluzioni rapide per assicurare alle famiglie che vi abitavano il diritto alla casa”.