Quello della dismissione del patrimonio, ha spiegato la presidente Mirra, è uno dei punti dolenti della delibera 211 sul Rendiconto di gestione 2019. Per questo, nell’incontro deciso in commissione, è stata prevista anche la presenza della Napoli Servizi, che si occupa proprio della gestione e della dismissione del patrimonio. Se quest’ultima non ha funzionato, o si apportano dei correttivi o è necessario trovare alternative per garantire le entrate necessarie.
Il direttore generale della Napoli Servizi Ciro Turiello ha riepilogato le informazioni principali relative alle dismissioni 2019: 11 aste concluse, per un valore di oltre 23 milioni di euro; procedure in corso per 8 strutture che sono in attesa di autorizzazione alla vendita da parte della Sovrintendenza, per un valore di 50 milioni di euro; procedure avanzate anche per 9 caserme per 13 milioni; 14 proposte ricevute per poli artigianali, per un totale che supera i 13 milioni di euro. L’azienda ha lavorato e prodotto fascicoli per un totale di oltre 80 milioni di euro, ma se le aste bandite hanno un valore di 23 e si sono concluse solo quelle per due milioni di euro, questo significa che è stato anche il mercato a decidere, e che vi sono beni che necessitano dell’assenso alla vendita da parte della Sovrintendenza e degli acquirenti, per un totale di 94 milioni di euro. La Napoli Servizi opera fino alla conclusione delle aste, poi intervengono elementi che esulano dalle sue competenze.
L’amministratore unico della Napoli Servizi Salvatore Palma ha ricordato che la società aggiorna regolarmente l’inventario e il patrimonio. Nel 2019 le attività di dismissione sono state fatte, e anche in maniera importante, ma forse sarebbe il momento di rivisitare il piano di riequilibrio; se è vero, infatti, che la dismissione ne è un pilastro, è anche vero che hanno il loro peso questioni come la regolarizzazione, i pareri della Sovrintendenza, la risposta del mercato e altre problematiche. Bisogna elaborare un piano di dismissione in grado di reggere le criticità attuali, fra cui la crisi immobiliare. L’attenzione non deve quindi concentrarsi sulla Napoli Servizi, che è cresciuta in professionalità e può ancora migliorar le proprie competenze, ma sulla spinta da dare al piano di riequilibrio attingendo anche a professionalità di spessore internazionale e pensando a soluzioni diverse, come quella dei fondi immobiliari con la partecipazione di enti pubblici.
Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle) ha posto una serie di domande relative all’inventario dell’ente, al nuovo piano di alienazione e valorizzazione degli immobili, alla dismissione delle Terme di Agnano, alle intenzioni relative alla destinazione del Real Albergo dei Poveri e alla necessità di rivedere il rendiconto e rimodulare il piano di riequilibrio alla luce dei risultati esigui della dismissione. I problemi sono nati quando la Napoli Servizi è diventata una multiutility: non si può fare tutto con un’unica struttura in un settore in cui conta molto l’esperienza pregressa.
Federico Arienzo (Partito Democratico) si è detto convinto che c’è un ragionamento politico oltre che tecnico da fare; quando è stato presentato il piano di pre-dissesto, bisognava già conoscere e risolvere le difficoltà relative alla vendita di un patrimonio come quello comunale. Sono difficoltà oggettive, valide oggi come otto anni fa, perciò non bisognava affidare la dismissione a una società che non si era mai occupata di questo settore.
Stanislao Lanzotti (Forza Italia) ha ricordato la battaglia politica condotta dal proprio gruppo sulla convinzione che la Napoli Servizi non fosse adeguata al compito, al netto degli sforzi che pure la società ha compiuto per crescere. Occorre, perciò, trovare una metodologia meno farraginosa per la dismissione del patrimonio, ottimizzando le proroghe previste dal Governo per snellire le procedure e far sì che si possa vendere e non deprezzare, anche dando vita a una task force con altri soggetti, compatibilmente con quanto consente la legge.
Il direttore generale Turiello ha precisato che la gestione del patrimonio non riguarda solo le dismissioni: nel 2012, dopo la gestione Romeo, il sistema è cambiato, con un risparmio evidente per il Comune. Prima non esisteva un archivio digitale, che è stato costruito dalla società con pochissime risorse, sulla base dell’enorme mole di documentazione cartacea lasciata dal precedente concessionario.
L’assessora Clemente ha invitato la commissione a ulteriori aggiornamenti da completarsi nella giornata di lunedì e ha ricordato che l’Amministrazione sta mettendo in campo tutte le azioni oggi illustrate dalla società. Sull’inventario vi è una sezione del sito comunale realizzata dall’assessorato, con indicazione di tutti i bandi. Sul Piano delle valorizzazioni e alienazioni immobiliari è in corso un confronto con tutti i gruppi consiliari ed è prevista la calendarizzazione di ulteriori incontri per dare vita a un piano in grado di raggiungere obiettivi strategici.
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