Cinquemila euro in contanti. Questo il “prezzo” dei documenti militari ceduti da un ufficiale della Marina, un capitano di Fregata, a un ufficiale delle Forze Armate russe di stanza nel nostro Paese fermati dai carabinieri del Ros. Secondo quanto si apprende, il denaro è stato sequestrato al momento dello scambio. La procura della Capitale contesta al militare italiano i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare e spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione. La convalida dell’arresto dell’ufficiale della Marina è prevista nei prossimi giorni. L’operazione, condotta dall’Agenzia informazioni sicurezza interna, è stata condotta in occasione di un incontro tra i due in un parcheggio della Capitale. Sono così stati sorpresi in flagranza immediatamente dopo che l’ufficiale italiano aveva consegnato al russo documentazione classificata, ricevendo in cambio il denaro. A passare di mano sarebbero state copie di documenti di natura militare e non industriale. Intanto l’ambasciatore russo a Roma è stato convocato alla Farnesina. Il segretario generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, su istruzioni del Ministro Luigi Di Maio, ha convocato Sergey Razov la cui missione non ha potuto che confermare “il fermo il 30 marzo a Roma di un funzionario dell’ufficio dell’Addetto Militare”. (fonte: Agi)
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio scrive su Facebook: “in occasione della convocazione al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’ambasciatore russo in Italia, abbiamo trasmesso a quest’ultimo la ferma protesta del governo italiano e notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda. Ringrazio la nostra intelligence e tutti gli apparati dello Stato, che ogni giorno lavorano per la sicurezza del nostro Paese”.
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