Pubblicato il 15 Gennaio 2021
Sono parole dell’assessore regionale al Lavoro del Veneto, Elena Donazzan, commentando gli ultimi dati del mondo lavoro dell’Osservatorio di Veneto Lavoro del sistema moda.
“Neppure la crisi del 2009, né il contraccolpo delle banche venete, avevano danneggiato così tanto quello che è un vero e proprio patrimonio del tessuto produttivo della nostra regione che riunisce i settori del tessile-abbigliamento, della calzatura e dell’industria conciaria. È necessario che a livello governativo si affronti subito in modo specifico questa emergenza”.
“La moda – prosegue l’Assessore – è, dopo la meccanica, la seconda industria italiana. Soltanto in Veneto sono 9.500 le unità produttive pari al 17,6% del totale manifatturiero regionale e 7.626 le unità della distribuzione. Un universo che, secondo gli ultimi dati disponibili, genera un fatturato di 18 miliardi di euro pari al 18% del fatturato nazionale, assorbendo quasi 100 mila addetti ed esportando per un valore di oltre 9 miliardi di euro”.
L’ultimo bilancio tracciato dall’Osservatorio di Veneto Lavoro sull’andamento del mercato del lavoro nella regione nell’anno appena concluso rileva una profonda battuta d’arresto del sistema moda: sono infatti 1.350 i posti da lavoro dipendente persi nel 2020, con un calo delle assunzioni rispetto all’anno precedente del 32% (10.450 assunzioni nel 2020 contro le 15.500 del 2019).
“Oltre i dati – prosegue Donazzan – sono tanti i segnali che vengono lanciati dalle categorie e dai sindacati, a partire da una lettera inviata in pieno lockdown da tutti i componenti del Tavolo della Moda del Veneto, del commercio, dell’artigianato e dell’industria. Siamo di fronte ad un forte grido di allarme che, però rimbalza nel vuoto della politica di Governo. La situazione è drammatica, e moltissime aziende rischiano la chiusura definitiva ed il fallimento come dimostrano le tante richieste di aiuto che arrivano al mio assessorato”.
“Esasperazione e sfiducia, infatti, stanno facendo arrendere anche imprenditori di lunga storia e di consolidata reputazione – spiega l’assessore veneto al Lavoro – Non è la qualità, la capacità del fare o il nome del brand che viene messo in discussione; queste realtà stanno scontando le restrizioni legate alla pandemia come la chiusura dei negozi, la ridotta libertà di circolazione, l’assenza della clientela estera legata al turismo. Il clima di incertezza totale per il futuro, inoltre, è la motivazione principale delle richieste di intervento indirizzate a me direttamente o all’Unità di Crisi della Regione del Veneto”.
Si sono già tenuti due incontri a livello regionale su questo tema, con il Tavolo dell’Occhialeria riunitosi il 3 novembre ed il 22 dicembre scorsi, e con il Tavolo del calzaturiero convocato per martedì 19 gennaio. Seguirà a breve inoltre la convocazione del Tavolo della Moda.
“È assolutamente necessario aprire uno stato di emergenza per il comparto del manifatturiero e del terziario del sistema Moda, parimenti a quelli che si dichiarano di fronte alle emergenze sanitarie o ambientali. Rischiamo di depauperare un patrimonio inestimabile e unico, che già soffriva della concorrenza basso costo del ‘Far-East’ e che sta ora ricevendo un colpo di grazia dall’assenza di risposte governative. Il sistema, infatti, denuncia insufficienza dei ristori, contenuti dei decreti legge che si limitano a posticipare la scadenza dei pagamenti delle imposte che comunque sono scattati a novembre e dicembre. Per molte aziende, proprio il pagamento dei contributi allo Stato, l’impossibilità di avere credito e la mancanza totale di commesse rischiano di essere le tappe della la strada verso la chiusura”.
“Si profila uno scenario preoccupante, che solo in parte è attutito dagli impegni di coprire con ammortizzatori sociali i lavoratori dipendenti – conclude l’assessore Donazzan -. Va ricordato, poi, che i lavoratori dell’artigianato questa copertura l’hanno avuta solo in parte. Che ne sarà dei nostri imprenditori, di quella capacità e di quel coraggio aziendale che ha fatto grande il nostro Veneto?”