“Quell’uomo ha dato loro fuoco perché erano lesbiche e militanti”, ha denunciato un gruppo di donne iscritte a un’associazione per i diritti della comunità LGBT con sede a Barracas, un quartiere di Buenos Aires.
Le vittime sono la 42enne Andrea Amarante, la 52enne Pamela Cobas e la sua coetanea Roxana Figueroa.
Ma non basta. Un’altra donna, a 49enne Sofía Castro Riglos, sta lottando per sopravvivere alle ustioni.
Il responsabile, Justo Fernando Barrientos, 67 anni, ha lanciato una bottiglia molotov all’interno della stanza dell’hotel familiare dove le due coppie vivevano. Subito dopo ha cercato di suicidarsi tagliandosi la gola, ma è stato soccorso e arrestato.
Per la Federación Argentina LGBT si tratta di “uno dei crimini d’odio più aberranti degli ultimi anni”.
E l’organizzazione punta il dito contro il nuovo presidente argentino Javier Milei.
“E’ un lesbicidio, e lo Stato è complice poiché in quella che era considerata la nazione più progressista del Sud America ora il clima ostile nei confronti della comunità LGBTQIA+ e delle altre minoranze sembra essere più diffuso che mai”.
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